Ho accompagnato metà dei membri del Capitolo generale in
gita (o pellegrinaggio?) a Greccio e Fontecolombo. Una giornata di sogno. Per i
luoghi, innanzitutto, impregnati di carisma, che parlano ancora dopo 800 anni.
Ma anche per il clima, finalmente fresco, il cielo tersissimo, il Terminillo
che si poteva toccare con un dito… Soprattutto perché tutti erano molto contenti, e
me l’hanno detto in mille modi.
Alla partenza, sul pullman, salutandoli con mio inglese maccheronico, ho esordito: “Allora, amici…”. E mi sono subito corretto.
Mi sono infatti ricordato di quando sono arrivato alla casa generalizia 12 anni fa. Mi sono seduto
accanto a un Oblato un po’ originale – come lo siamo tutti gli Oblati – e gli
ho detto: “Allora, amico…”. E lui mi ha subito corretto: “Fratello!, siamo
fratelli, non siamo amici”. Aveva ragione: appena si diventa Oblati si è subito
fratelli di tutti gli Oblati del mondo; in quando a diventare amici… ci vuole
tempo, occorre conoscersi…
In pullman ho raccontato questa storiella e ho
ricominciato: “Allora, fratelli…”. Poi durante il giorno facendo da guida ogni
tanto mi scappava: “Amici…” e subito tutti mi correggevano: “Fratelli!”.
Nel viaggio di ritorno ho detto: “Allora, quasi amici…”. E ho strappato un applauso divertito e sincero!
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