giovedì 29 settembre 2022

29 settembre 1970

29 settembre 1970. Un anno dopo. Anche questa volta non ci sono foto. C’è comunque una nuova immaginetta. Quella del 28 settembre 1969 era delle Suore apostoline di Castelgandolfo, questa è delle Trappiste di Vitorchiano; quella in bianco e nero, questa a colori. Sul retro anche questa volta l’annotazione scritta da padre Marino, il maestro di noviziato: “Marino 29 settembre 1970”.

Quel giorno abbiamo pronunciato i primi voti nelle mani del superiore generale, p. Leo Deschâtelets, in una semplicità esterna e una intima indicibile gioia, nella sala della casa della Signora Caterina Siracusa Solina, una delle tre case, assieme a quella del noviziato e del centro giovanile, che poi ella lasciò agli Oblati. 

Il diario di Noviziato di quel giorno recita:

“Alle 16.30 si è svolta la liturgia della nostra professione religiosa. La celebrazione è stata presieduta dal Rev.mo Padre Generale. All’omelia, P. Contiguglia ha rievocato le vie della Provvidenza sulla Opera di Marino, cominciando dal sacrificio di P. Armando Messuri a cui si è ispirata la generosità della nostra benefattrice. Si è soffermato pure sul significato della consacrazione dicendo che essa è: “la più perfetta risposta di amore alla più grande esigenza di amore”.

Tra i presenti il R. P. Provinciale e diversi Padri e Fratelli, la sorella di p. Mario Borzaga: Lucia, i fratelli di P. Messuri e un gran numero di Suore della S. Famiglia con le Superiore, riunite a Marino per il loro C.P.A. e anche Luciano. Le parole che il Rev.mo P. Generale ha rivolto alla fine della Messa sono state espressione di gioia e di incoraggiamento. Il P. Generale si è pure fermato con noi a cena in un clima di fraterna semplicità. Gli abbiamo presentato alcune sue foto-cartoline da firmare per ognuno di noi e a ciascuno ha trascritto una frase delle vecchie Regole, espressioni molto indovinate per le persone alle quali erano dirette. Ne ha data una anche ai Padri, alle Suore, a Caterina e a Luciano il quale si è commosso e come ringraziamento ha cantato due delle sue canzoni”.

Per me p. Deschâtelets aveva scritto: “Ut proferatur Regnum Christi!”, quasi una parola d’ordine per la mia vita religiosa. Era in sintonia con la frase scritta sull’immaginetta che mi aveva dato p. Marino: “Voleva essere per gli altri una porta aperta sulla speranza”.

E' come la continuazione del progetto del 28 settembre 1969: un cammino, ma non da soli; una meta da raggiungere insieme; il coinvolgimento con l'annuncio del Regno, fino a diventare "porta" che fa spazio ad ognuno e lascia entrare nella novità della vita.



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