29 settembre 1970. Un anno dopo. Anche questa volta non
ci sono foto. C’è comunque una nuova immaginetta. Quella del 28 settembre 1969
era delle Suore apostoline di Castelgandolfo, questa è delle Trappiste di
Vitorchiano; quella in bianco e nero, questa a colori. Sul retro anche questa
volta l’annotazione scritta da padre Marino, il maestro di noviziato: “Marino
29 settembre 1970”.
Quel giorno abbiamo pronunciato i primi voti nelle mani
del superiore generale, p. Leo Deschâtelets, in una semplicità esterna e una
intima indicibile gioia, nella sala della casa della Signora Caterina Siracusa
Solina, una delle tre case, assieme a quella del noviziato e del centro
giovanile, che poi ella lasciò agli Oblati.
Il diario di Noviziato di quel giorno recita:
“Alle 16.30 si è svolta la liturgia della nostra
professione religiosa. La celebrazione è stata presieduta dal Rev.mo Padre
Generale. All’omelia, P. Contiguglia ha rievocato le vie della Provvidenza
sulla Opera di Marino, cominciando dal sacrificio di P. Armando Messuri a cui
si è ispirata la generosità della nostra benefattrice. Si è soffermato pure sul
significato della consacrazione dicendo che essa è: “la più perfetta risposta
di amore alla più grande esigenza di amore”.
Tra i presenti il R. P. Provinciale e diversi Padri e
Fratelli, la sorella di p. Mario Borzaga: Lucia, i fratelli di P. Messuri e un
gran numero di Suore della S. Famiglia con le Superiore, riunite a Marino per
il loro C.P.A. e anche Luciano. Le parole che il Rev.mo P. Generale ha rivolto
alla fine della Messa sono state espressione di gioia e di incoraggiamento. Il P.
Generale si è pure fermato con noi a cena in un clima di fraterna semplicità.
Gli abbiamo presentato alcune sue foto-cartoline da firmare per ognuno di noi e
a ciascuno ha trascritto una frase delle vecchie Regole, espressioni molto
indovinate per le persone alle quali erano dirette. Ne ha data una anche ai
Padri, alle Suore, a Caterina e a Luciano il quale si è commosso e come
ringraziamento ha cantato due delle sue canzoni”.
Per me p. Deschâtelets aveva scritto: “Ut proferatur Regnum
Christi!”, quasi una parola d’ordine per la mia vita religiosa. Era in sintonia
con la frase scritta sull’immaginetta che mi aveva dato p. Marino: “Voleva
essere per gli altri una porta aperta sulla speranza”.
E' come la continuazione del progetto del 28 settembre 1969: un cammino, ma non da soli; una meta da raggiungere insieme; il coinvolgimento con l'annuncio del Regno, fino a diventare "porta" che fa spazio ad ognuno e lascia entrare nella novità della vita.
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