28 settembre 1969. Non si facevano foto allora. Di quel
giorno rimane un’immaginetta (quelle allora si usavano), con dietro semplicemente:
“Marino 28 Settembre 1969”. La scrittura è della mano di padre Marino, che quel
giorno iniziava la nuova missione di maestro di novizi. Ed io, assieme a Peppino,
Celso, Stefano, Rino e i due Raffaeli, ero uno di quei novizi che quella sera iniziavano
la nuova avventura del noviziato nella casa di Marino, per la prima volta sede
di noviziato.
L’immaginetta riproduce la foto di una statua di Maria che
mostra e dona Gesù, assieme alla scritta: “O Maria, tu conosci i disegni di Dio
sopra di me. Nelle tue mani affido la mia vocazione. Fa’ che io segua la via
che Dio ha preparato per me. Dirigi tu stessa i miei passi nelle via di Dio”.
Padre Marino aveva ben scelto questo testo. C’è un disegno
di Dio su di me, come su ogni persona. Ancora non lo conoscevo pienamente. Ancora
non lo conosco pienamente. Maria lo conosce e quindi mi accompagna nella sua
realizzazione.
C’è una via preparata per me, come per ogni persona. Lasciamo
a Dio, che si è fatto Via e Viatore, di accompagnarci lungo questo cammino.
Gesù, stando al Vangelo di Luca (9, 51), che la Liturgia ci fa leggere in questo periodo, iniziò il suo
cammino verso Gerusalemme con decisione. Letteralmente: “Rivolse fermamente il
suo volto verso Gerusalemme”. Il volto di Gesù guarda Gerusalemme, la meta
finale del suo cammino. La meta deve essere sempre ben chiara, occorre sapere dove si
è diretti, altrimenti il cammino non è lineare e diventa un girovagare a caso,
non è più un cammino ma una semplice passeggiata. Puntare alla meta! Averla sempre
davanti: conosco l’obiettivo della mia vita, so per cosa vivo, per chi vivo. È una
decisione – arrivare alla meta – che esige coraggio, costanza, fermezza, senza
tentennamenti… Subito dopo il Vangelo mostra alcuni discepoli che vogliono
seguire Gesù verso Gerusalemme, sospesi tuttavia da tanti “ma”, forse, aspetta, un momento,
prima dovrei…
Come sono partito quel 28 settembre di 53 anni fa? E soprattutto
com’è stato questo lungo cammino? Ho ancora il volto fermamente rivolto alla
metà?
Mi consola il salmo 36:
"Il Signore fa sicuri i passi dell’uomo
e segue con amore il suo cammino.
Se cade, non rimane a terra,
perché il Signore lo tiene per mano".
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