Chi ha tempo non aspetti tempo. Non ho tempo…
Non ho tempo da perdere… Il tempo è galantuomo. Ma come passa il tempo. Il
tempo non passa mai. Ammazzare il tempo. Tempo perso. Ai miei tempi. Che tempi…
Quanti proverbi e quanti detti sul tempo. Filosofi
e scienziati hanno pane per i loro denti, a cominciare da sant’Agostino che diceva
candidamente: “Io so cos’è il tempo, ma quando me lo chiedono non so spiegarlo”.
Forse il più bel poema sul tempo è quello scritto del sapiente Qoèlet:
“C’è un tempo per ogni cosa sotto il cielo”. Ed
enumera 14 coppie di “tempi”, quindi 28 diversi momenti della nostra esistenza.
La prima e l’ultima coppia sono forse i tempi più importanti, che danno senso a
tutti gli altri momenti della vita.
I primi due tempi sono quelli della nascita e
della morte: “C’è un tempo per nascere e un tempo per morire”. Ovvio. Quello
invece che non è per niente ovvio è il “tempo” della nascita e quello della
morte. Non siamo in potere di questi due eventi fondamentali della nostra vita.
Sono due tempi di cui non siamo padroni, che non possiamo disporre a nostro
piacimento. Qoèlet non lo dice, ma sa che sono nelle mani di Dio. E con questo offre
il significato profondo di tutto il suo poema sul tempo. Il nostro tempo è
misurato dal tempo di Dio. Il nostro tempo è limitato, tra la nascita e la
morte, piccolissimo, un soffio – “Tutto è un soffio” scrive Qoèlet all’inizio
del suo libro. Dall’altra parte c’è il tempo di Dio, l’eternità.
Sapiente è colui che misura il proprio tempo
su quello di Dio, colui che fissa il proprio briciolo di storia nell’eternità:
soltanto così il mio tempo acquista consistenza e rimane incastonato nell’eternità.
Il mio “soffio” entra nel respiro di Dio.
Saggio è colui che sa discernere i momenti, quello
che c’è da fare e quello che c’è da aspettare, il tempo opportuno per ogni cosa:
“Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo”. Tutto
dobbiamo prendere dalle mani di Dio, così come ce lo dà. E occorre la sapienza
del cuore per scegliere le cose giuste al momento giusto.
C’è poi la quattordicesima e ultima coppia di “tempi” nell’elencazione del poema: “C’è un tempo per la guerra e un tempo per la pace”. Possiamo cogliervi un chiasmo con l’inizio: “C’è un tempo per nascere e un tempo per morire”. All’inizio prima c’è la vita e poi la morte. Ma la nostra esistenza non finisce con la morte. Alla fine prima c’è la guerra e poi la pace. I tempi sono incerti, gli accadimenti molteplici, ci sono cose belle e cose brutte nella vita. Ma alla fine? Il termine della nostra esistenza, per quanto difficile possa essere stata, è comunque la pace!
Sì, perché “Dio vede e provvede”. “Siamo nelle mani di Dio”. “Non cade foglia che Dio non voglia”. E potremmo
continuare con altri proverbi e altri detti sulla presenza amorosa di Dio nella nostra
vita che la riscatta dalla morte, dalla guerra, dal soffio che va e non è più.
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