Il mio primo contatto con il libro Meditazione fu con
l’oggetto stesso. Un contatto solamente visivo. Non avevo il coraggio di
toccarlo se non con gli occhi. Era posato sull’ultimo banco della cappella,
dove si sedeva il rettore del seminario che più tardi sarebbe diventato
vescovo. Mi attirava quella copertina rossa, con la bella foto della Madre con
Bambino. Mi attirava il titolo, semplice, essenziale, promettente. Mi incuriosiva
la mancanza del nome dell’autore (non immaginavo fosse un’autrice). Adesso, dall’inventario
delle edizioni ricostruito da Maria Caterina Atzori, mi pare di poter affermare
con sicurezza che si trattava della quarta edizione, del 1962.
Avrei dovuto attendere il 1965 per prendere in mano il
libro, ormai in una nuova edizione, la sesta, con finalmente il nome
dell’autrice, Chiara Lubich. Lo leggevo assieme a un mio compagno di liceo.
Cercavamo luoghi appartati e silenziosi come richiedevano quelle pagine dense,
anche un po’ misteriose… Ne rimanevo affascinato pur non cogliendone appieno il
significato: mi chiedevano di lasciarmi prendere per mano per condurmi verso
orizzonti di senso ulteriori, come un appello all’infinito.
Chissà quante migliaia e migliaia di lettori, di
innumerevoli lingue, potrebbero raccontare come e quando sono venuti in
contatto con questo libro. Perché esso non lascia indenni, segna una storia. E
quante generazioni lo leggeranno ancora. Perché è un classico. Sessant’anni di
vita sono bastati a consacrarlo tale. Un classico senza specificazioni limitanti,
come potrebbe essere “di spiritualità”, o “di mistica”. È un classico e basta,
perché scava nell’animo umano e ognuno vi ci si può ritrovare; guarda l’umanità
d’attorno e ne interpreta gli aneliti più profondi, i suoi sogni, i desideri.
Sono cinquant’anni che li leggo queste meditazioni e sempre mi dicono cose
nuove. Come quando le lessi la prima volta, sento che in esse si celano ancora
dimensioni segrete, segno che davvero Meditazioni è un “classico” e, come ogni
classico, continua a parlare al lettore e a instaurare con lui un colloquio
sempre nuovo.
Adesso, come ogni classico che si rispetti, anche il libro Meditazioni
di Chiara Lubich ha la sua edizione critica, curata da Maria Caterina Atzori: “La
Luce va data”. Meditazioni di Chiara Lubich: prima edizione critica, Città
Nuova, Roma 2021, 352 p. Ho appena scritto una nutrita recensione per la rivista "Nuova Umanità".
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