25 aprile mattina. Trovo le
strade attorno a piazza Venezia bloccate. Già, è il 25 aprile! Le autorità sono
al Vittoriano per celebrare la Liberazione, con le Fiamme tricolore che volteggiano
in cielo. Devo lasciare la macchina in piazza della Consolazione, ai piedi
della Rupe Tarpea. Un luogo dal passato tristo, che oggi è invece d’una pace
incantevole, silenziosa e sempre ariosa, nonostante o proprio perché la piazza è
trasformata in parcheggio.
Era un luogo dove venivano
eseguite le condanne capitali. Uno dei condannati a morte lasciò due fiorini d’oro
perché accanto alla forca fosse collocata un’immagine della Madonna, per “consolare”
gli ultimi istanti dei condannati a morte. La Madonnella fu addossata al muro
di una casa vicina, fino a quando un condannato, che si proclamava innocente,
mentre penzolava alla corda sentì la Madonna che lo sosteneva con la sua mano e
gli diceva: “Vai, perché sei consolato” e fu immediatamente liberato. Il fatto
fece così tanto scalpore che si costruì una chiesa che accolse la Madonnella.
La chiesa attuale, successiva,
è bella, con un restauro approssimato che la lascia rustica. È silenziosa,
accogliente, sempre solitaria. Sono entrato ancora una volta. Sull’altare
centrale campeggia la Madonna della Consolazione, restaurata da Antoniazzo da
Romano.
Vero, non vero… ma che
importa, sono storie belle, che vanno raccontate in tutti i particolari, che
fanno incantare, sognare… E se andiamo nella cappella di sinistra c’è la
Madonnella… un’altra volta.
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