lunedì 5 aprile 2021

Bellezza

 


“Che bello!”. È una delle esclamazioni che meglio esprime la gioia, la pienezza del cuore. Non diciamo “Che vero”, “Che buono”, ma semplicemente “Che bello!”, perché se il bello è tale è espressione di verità e di bontà. Senza bellezza si intristisce e si muore, come quando manca l’aria. Abbiamo bisogno di bellezza, di rifarci gli occhi davanti alla bruttezza da cui siamo circondati, dall’accumulo della spazzatura alla volgarità del parlare sguaiato, dalla rabbia all’insulto che dilagano sui mezzi di comunicazione sociale, dalla corruzione al disinteresse per la cosa pubblica.

Per questo l’invito di papa Francesco a cercare «in ciascuno di noi, nei nostri popoli, la bellezza, la bellezza che ci fonda, con la nostra arte, con la nostra musica, con la nostra pittura, con la nostra scultura, con la nostra letteratura. Il bello. Educare alla bellezza…» (5 febbraio 2015). Nella sua esortazione apostolica Gaudete ed exultate non ha poi esitato ad affermare che la bellezza “più bella” è la santità, perché meglio rispecchia Dio che è Bellezza: «La santità è il volto più bello della Chiesa». Sì, perché la Chiesa è armonia di persone che condividono la grande varietà dei doni: «Che bella cosa! Tanti doni diversi, perché siamo tutti figli di Dio, e tutti amati in modo unico… Questa è la Chiesa!» (1 ottobre 2014).

Il futuro del cristianesimo, in un tempo di metropoli anonime, è legato a piccole comunità unite non necessariamente da vicinanza territoriale, ma da rapporti personali veri e intensi, informati dal Vangelo. È così che si vive e si testimonia la bellezza dell’essere cristiani.

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