«Se tu squarciassi i cieli e scendessi!» (Is 63, 19).
L’attesa dei secoli oggi, nel battesimo di Gesù, si avvera: i
cieli si squarciano, non velano più l’Inaccessibile, lo svelano.
Appena uscito dall’acqua, proprio nel momento del suo più
profondo abbassamento, della piena solidarietà con noi peccatori, appare la sua
identità di Figlio di Dio e il rapporto che lo lega al Padre e allo Spirito
Santo.
Alla fine del Vangelo, subito dopo la morte sul Golgota, è
il velo del tempio a squarciarsi. Forse non è casuale l’impiego dello stesso
verbo. All’inizio il battesimo dell’acqua, alla fine quello del sangue: la missione,
inaugurata al Giordano, si compie sul Golgota.
Quel velo che nasconde il Santo dei Santi, ora non c’è più e la presenza di Dio, lì
racchiusa, può uscire e invadere la terra: tutto è trasformato in tempio di
Dio. Gesù, tempio spalancato, fa di tutti noi il tempio di Dio.
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