Lavora da noi da
pochi giorni e ci conosciamo appena. Nella pausa caffè (caffè… si fa per dire: una
specie di caffè) scambiamo due parole. Le chiedo quanti sono in casa e lei mi domanda
da dove vengo. Dopo 50 anni a Roma la parlata mi tradisce ancora! Così lei
mi racconta di quando, ragazzina, andò per la prima volta a Firenze, assieme ai
genitori, con la Fiat 850.
Parcheggiano in una
piazza del centro (cose di allora) e cominciano la visita da Piazza del Duomo.
La mamma compra una piccola guida e davanti al Battistero comincia a leggere. A
un certo punto esclama: “Ma io non ci capisco niente”. La sente un signore che
sta passando di lì. “Se vuole le spiego io qualcosa, è semplice”. Parla loro
delle porte del Battistero e avanti, avanti... Li accompagna lungo la via che
conduce a Piazza della Signoria continuando a illustrare monumenti e storia
di Firenze. Giunti in piazza si congeda: “Scusate, sono arrivato, devo andare
in ufficio”. Pensando che fosse una guida di professione gli chiedono quando
devono dargli. Al suo diniego lo invitano a prendere almeno un caffè. “Grazie, ma purtroppo
sono un po’ in ritardo, il lavoro mi aspetta”, si congeda ed entra nel Palazzo della
Signoria.
Due anni più tardi
alla televisione vedono il sindaco di Firenze, Giorgio La Pira: era l’ometto
che aveva fatto loro da guida. Forse qualcun altro al suo posto avrebbe tirato dritto mormorando: Ma guarda questi romani ignoranti... Si fermò invece a parlare con loro, come fece con me quella volta per strada... ma questa è un'altra storia.
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