– Ormai
siamo all’Epifania, è tempo che vi avviciniate a Betlemme, la meta del vostro
lungo viaggio. Sarete in cammino da tempo.
– Si dice
che ognuno di voi provenga da una parte diversa del mondo… uno di voi è giallo,
uno bianco, uno nero…
– Quante
leggende sul nostro conto. Siamo davvero colorati come ci dipingono? Guardaci in
faccia. I nostri volti, sferzati dai venti, si sono abbruniti alle vampe del
sole. Forse le leggende hanno visto in noi il compimento delle antiche profezie
che volevano giungessero a Gerusalemme tutti i popoli della terra…
– Da dove
venire, allora?
– Da
Babilonia. Seguendo le tradizioni dei nostri padri ci siamo dedicati agli studi
astronomici e astrologici. Abbiamo passato le giornate curvi sugli antichi
codici, e le notti a scrutare i cieli… Nella nostra città da secoli la colonia
ebraica ha tenuto viva la speranza del Messia e noi ne abbiamo trovato conferma
nella stella.
– Cammina,
cammina e càmmina… Chissà quanta strada avrete percorso, da soli e in compagnia
di carovane, attraverso deserti e terre aride, con il bello e il cattivo tempo…
– La stella
appariva e scompariva, ma non è mai scomparsa la speranza che ci guidava. Il dubbio
a volte ci assaliva. Saremo sulla strada giusta? Avremo interpretato bene i
segni del cielo e le Scritture? Forse ci siamo sbagliati.
– Come il
nostro padre Abramo, che partì senza sapere dove sarebbe andato…
– Come
ogni uomo che sempre si protende in avanti, sempre in ricerca, sempre in
cammino.
Rimangono
dei sognatori, questi magi. Il re Erode non si è messo in cammino, è ancora adagiato
sui morbidi cuscini del suo trono, sazio di potere, appagato di ricchezza, senza
più alcun desiderio. Loro invece...
Li vedo
provati dal viaggio, i magi, delusi dai loro colleghi, gli scribi della corte
di Erode. Lo studio appassionato e la ricerca, il duro cammino e la fatica hanno
disegnato rughe profonde sui loro volti. Eppure non hanno perduto l’incanto e
in ognuno indovino il bambino che ancora è in loro. Conservano intatto il sogno
che li ha mossi a lasciare la loro terra e a cercare colui che avrebbe dato
senso alla vita.
– Finalmente
siete giunti, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.
– E
Artaban.
– Come Artaban,
non siete tre?
– C’era
anche Artaban, quando decidemmo di partire.
– E dov’è
Artaban?
Si
guardano in silenzio i tre magi, a sigillo del loro segreto. Si volgono di
nuovo verso di me e riprendono il ritornello:
–
Cammina, cammina e càmmina…
–
Cammina, cammina e càmmina… Ma finalmente siete giunti. Guardate: la stella! Brilla
ancora, più lucente che mai, e si posa sulla povera casa. Il bambino è qui e vi
aspetta…
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