Nel duomo di Spoleto un ciclo pittorico di Filippo Lippi mi fa sentire a casa... |
Il duomo di Spoleto
tra i suoi tesori custodisce la “Santissima Icona” di Maria, che Federico
Barbarossa donò alla città nel 1185 in segno di “pace e riconciliazione”.
Ricoperta con riza d’oro
non si legge il cartiglio che la Vergine tiene in mano, ma riporta un
dialogo commovente tra il Figlio e la Madre:
- Che cosa chiedi, o
Maria?
- La salvezza dei
viventi.
- Ma provocano a
sdegno.
- Compatiscili,
Figlio mio.
- Ma non si
convertono!
- E tu salvali per
grazia.
Quasi a commento, all’entrata
della cappella che accoglie l’icona, un grande poster riporta alcune parole di
papa Francesco:
“La Vergine Maria
guarda tutti noi, ciascuno di noi. E come ci guarda? Ci guarda come Madre, con
tenerezza, con misericordia, con amore. Così ha guardato il suo figlio Gesù.
Quando siamo stanchi, scoraggiati, schiacciati dai problemi, guardiamo a Maria,
sentiamo il suo sguardo che dice al nostro cuore: Forza, figlio, ci sono io che
ti sostengo.
La Madonna ci conosce
bene, è mamma, sa bene quali sono le nostre gioie e le nostre difficoltà, le
nostre speranze e le nostre delusioni, Maria indica Gesù, ci invita a
testimoniare Gesù, ci guida sempre al suo Figlio Gesù, perché solo in Lui c’è
salvezza, solo Lui può trasformare l’acqua della solitudine, della difficoltà,
del peccato, nel vino dell’incontro, della grazia, del perdono. Solo Lui”.