Il monopolio della devozione al Cuore di Gesù, di cui celebriamo la solennità, appartiene certamente ai Gesuiti... Ma anche i "Gesuiti di campagna", gli Oblati, non sono da meno. Leggo questo bel testo di 70 anni fa di un Oblato... (ma il quadro accanto è di un Gesuita! Fratel Venzo)
Sicuramente il centro vitale dell’Oblato è la persona adorata,
ardentemente contemplata, ammirata, amata di Gesù Cristo. Ad ogni pagina delle
Regole ritorna, come in S. Paolo, questo nome, questo ideale, questo Formatore.
È per lui e per il suo Regno che l’Oblato si dona; è su di lui che fissa il suo
sguardo, nel cuore a cuore della meditazione quotidiana; è a forza di guardarlo,
che spera di impregnarsi di atteggiamenti, pensieri e aspirazioni degni del suo
apostolato. E mentre lo sguardo si sofferma preferibilmente sull’amabilità e l’amore
del Maestro, la devozione è rivolta naturalmente al Cuore di Gesù; è una forma
molto tradizionale della nostra pietà e si può dire che la Congregazione è “nata
dal Cuore Divino”, così intenso, unanime e notevole fu all’epoca il culto e l’amore
che il Padre [sant’Eugenio] e i primi discepoli Gli tributarono. (Y. Guéguen, Missionnaire
Oblat de Marie Immaculée, Éditions des Études oblates, [Ottawa], 1947, p.
144)
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