Questa sera
ho concluso il ciclo di Lectio brevis
che quest’anno ho tenuto nella Biblioteca di Consultazione Oblata. Avevano come
oggetto le fonti e gli studi oblati.
Oggi è
stata la volta di una gloriosa rivista, “Études Oblates”, nata nel 1942, rinominata
nel 1985 “Vie Oblate Life”, e chiusa nel 2011, per lasciare il posto alla nuova
rivista “Oblatio”.
Soltanto in Canada poteva
nascere una tale rivista di studi oblati. Gli Oblati avevano l’Università di
Ottawa con tanti professori, gli scolasticati più numerosi, un archivio immenso…
e non erano toccati dalla Seconda Guerra Mondiale che infuriava in Europa.
Il primo direttore e anima della
rivista fu Maurice Gilbert (1911-1989), che ricordo come un uomo di una bontà e
umiltà grande. La diresse fino al 1973 (per 31 anni!), quando la rivista cambiò di nome e
di direttore. La prese in mano Gaston Carrière, un grande erudito; anche di lui
ho un bellissimo ricordo. Alla sua morte, nel 1985, gli succede Romuald Boucher
(fino al 2001), poi Roger Guindon e ultimo Eugène Lapointe.
La rivista nacque in occasione
del primo centenario dell’arrivo degli Oblati in Canada e come frutto di quelle
celebrazioni, per da dare continuità all’evento.
Nei settanta anni di storia ha
pubblicato, come si era proposta nel primo numero, “ricerche sulla Regole, le
loro fonti, la storia del testo; il Fondatore, la sua persona, la vita
interiore, la sua missione, la sua dottrina; la nostra spiritualità con le
fonti e le caratteristiche; i nostri metodi di apostolato nelle missioni, nella
predicazione, nell’educazione; la storia delle nostre missioni, le fondazioni,
gli sviluppi, i pionieri…”
La rivista ha prodotto anche due
collezioni di studi: Archives d’histoire oblate, con 24 volumi pubblicati a partire dal 1954
fino al 1968; Bibliothèque oblate, iniziata nel 1954, comprendente 14 volumi.
La
rivista lentamente divenne il punto di
riferimento per tutti gli studi oblati, sul fondatore, la regola, la
spiritualità, la storia. Vi hanno scritto i principali studiosi oblati: Marcel
Belanger, Germain Lesage, Émilien Lamirande, Giorgio Cosentino, Jozef Pielorz, Gaston Carrière, Fernand Jetté, Yvon Beaudoin, Marcello Zago…
Le
recensioni delle opere oblate e la ricchissima bibliografia costituiscono un ulteriore pregio della rivista, così come sono di fondamentale
importanza gli indici analitici.
Ogni tanto
vale la pena perdersi un po’ in questa grande biblioteca, facilmente
consultabile perché anche in digitale: si scoprono sempre cose nuove, che
allargano cuore e mente.
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