Oggi sono
stato controrelatore (il “cattivo”, per intendersi) alla difesa della testi di
Joy Amal. Il tema si articolava attorno alla conversione di sant’Eugenio nel Venerdì
santo del 1807 (?). Tema che sembra vada per la maggiore se quest’anno, qua a
Roma, quattro persone ne hanno fatto contemporaneamente oggetto di studio.
Eppure, per quasi 150 anni, nessuno ne ha mai parlato, fino a quando Pielorz ha
trovato nella biblioteca Méjanes di Aix certe
lettere di quel periodo…
La
lettura delle tesi mi ha portato in biblioteca a cercare un libro proprio sul Venerdì
santo del 1807, scritto da Arthur King. Come spesso capita, i libri rivelano
delle sorprese e non solo per il contenuto letterario, ma anche per quello che
a volte contengono materialmente. Tra le pagine del libro di King ho trovato,
come segnalibro, il menù dell’Air France e una lettera di padre Marcello Zago all’autore
– viaggiava infatti verso il Camerun con l’Air France –, nella quale, dopo le congratulazioni
per il tema scelto, mostra la sua sorpresa nel costatare che viene negato che
quel Venerdì santo sia stato il momento della conversione di sant’Eugenio,
invitando al confronto con altri autori che il libro in esame mostra di non
conoscere.
La tesi
di licenza di Joy Amal, pur ignorando di fatto questo libro, ne è una ottima
confutazione, perché spiega bene cosa si intende per conversione: “Un cammino
di trasformazione guidato dalla grazia di Dio, un movimento di grazia che dà
senso alla vita e fa trovare il senso dell’esistenza nell’incontro con Cristo;
una illuminazione progressiva verso la somiglianza sempre più profonda con
Cristo; un’esperienza di ritorno, ci rinnovamento, di rinascita…”, e via di
seguito su questa linea.
Il
relatore l’ha semplicemente definita “un cambiamento di gusto”: si inizia ad
assaporare “quando è buono il Signore” e non si vuole assaporare altro.
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