Ho aperto
la seconda giornata di lavoro con la presentazione del testo oggetto del
simposio. A metà lavoro mi sembrava importante rileggere insieme
"Resurrezione di Roma", mettendo in luce le cinque tappe che emergono
da questo testo.
Fa
impressione vedere la Scuola Abbà in dialogo con il gruppo di professori di
varie università polacche che già da tempo si incontrano e lavorano tra di
loro. Ancora più sorprendente veder convergere, per due giorni interi, attorno
ad un breve testo mistico professori di discipline così diverse, dalla fisica
alla pedagogia, dalla sociologia alla chimica, dalla filosofia alle scienze
della comunicazione. Siamo entrati insieme in una visione della società dall’Alto,
per cogliere insieme il disegno di Dio sulla storia e sull’umanità e per
individuare le strategie per il suo adempimento.
Il ritmo
di lavoro è stato intensissimo, con 19 comunicazioni e dialoghi prolungati tra
tutti. È stato un autentico incontro di culture diverse, dell’Est e dell’Ovest,
in un ascolto attento, sincero, fruttuoso. È solo l’inizio di un dialogo di cui
abbiamo già programmato alcune modalità di continuità. Per la Scuola Abbà si apre
forse un’era nuova.
Il convegno si è tenuto alla Mariapoli Fiore, a
una sessantina di chilometri da Varsavia. Dall’aeroporto abbiamo impiegato
quasi due ore per giungere fin qui, perché il traffico della sera era molto
intenso. Mercoledì era infatti la vigilia della festa del Corpus Domini, che in
Polonia è festa civile, e quindi tanti uscivano dalla città per il ponte. Inoltre
non ci sono strade tangenziali, quindi occorre attraversare i paesi, dandoci
così modo di vedere un po' di vita comune. Soprattutto abbiamo attraversato
distese di campi coltivati, frutteti, boschi di conifere, in un orizzonte
piatto e verdissimo, sotto un cielo gremito di nuvole bianche lasciate lassù da
un grande temporale. Il grano ancora verde. L'aria freschissima.
Dalla mia finestra... |
Quando venni qui, quasi 20 anni fa, la
cittadella era ai suoi inizi, con diversi edifici in costruzione. Trovo nel mio
diario, in data 17 aprile 1998: “Cittadella Fiore. È in una zona
agricola, disseminata di boschi e conifere e betulle. Un posto incantevole,
messo in risalto da un timido sole primaverile. I terreni sono ampi, con
notevoli possibilità di sviluppo. Le costruzioni sono ancora poche e la presenza
delle persone si riduce ad una coppia di volontari, a quattro focolarine e
cinque esterne. Eppure è incredibile come tutto ha già il sapore della
cittadella. C’è quell’armonia, quella bellezza, che ti fa respirare l’aria
della Mariapoli”.
Oggi è un piccolo gioiello adagiato
sull'immensa pianura silenziosa, curato nei minimi particolari, luogo di
incontri e di spiritualità.
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