martedì 3 gennaio 2017

A Prato con il Nome di Gesù di san Bernardino




Mi prendono in giro per i miei sospiri, spesso accompagnati da “Gesù aiutaci”, o più semplicemente “Gesù”. Eppure questa è una delle prime e più resistenti preghiere dei cristiani: il nome di Gesù!
Oggi è la festa del Nome di Gesù. Sono stato nella chiesa di san Francesco a Prato per contemplare una delle più belle tavole con dipinto il suo nome. L’ha portata in città san Bernardino da Siena, ed è collocata sotto il pulpito dal quale predicava. In quei giorni Nicola di Lorenzo fu travolto da un toro: era uno degli incidenti che accedevano allora. Portarono il moribondo ai piedi di Bernardino che lo benedisse con il nome di Gesù. Nicola di Lorenzo guarì all’istante: era uno dei miracoli che accedevano allora.
Sembra che la sigla IHS sia comparsa già nel III secolo per indicare il nome ΙΗΣΟΥΣ (cioè "Iesous"). Le lettere H e S erano rispettivamente una eta e una sigma dell'alfabeto greco (nelle abbreviazioni si utilizzavano le prime due lettere del nome e l'ultima).
Questa abbreviazione è stata successivamente interpretata come una sigla: delle parole che sarebbero apparse a Costantino, “In Hoc Signo” (vinces), oppure “Iesus Hominum Salvator”.
La chiesa di san Francesco a Prato



Il monogramma di Gesù fu promosso da Bernardo di Chiaravalle, Giovanni Colombini, Vincenzo Ferrer... Papa Martino V, nel 1427, per correggere il possibile uso idolatrico nella trasformazione che ne aveva fatto Ubertino da Casale, impose di aggiungere una croce sull’H. Ed ecco il trigramma di Bernardino da Siena, inserito in un sole che ricorda Cristo luce e calore, con dodici raggi serpeggianti come i dodici apostoli, a ognuno dei quali è legata una litania sul nome di Gesù, e otto raggi diretti come le beatitudini… Tutto attorno le parole di san Paolo: Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, sia degli esseri celesti, che dei terrestri e degli inferi”. Insomma tutta una catechesi con la quale san Bernardino teneva incantate le persone, e che rimaneva incisa nei cuori e sulle pareti delle case, a cominciare dalla facciata del Palazzo della Signoria a Firenze.
Sant’Ignazio di Loyola lo adottò come sigillo e presto divenne l’emblema della Compagnia di Gesù. Per questo lo troviamo sullo stemma di Papa Francesco…

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