Appena
tornato da Mumbai non potevo non parlare loro dei Parsi, il popolo dal quale
partirono i magi in cerca del re d’Israele.
Arrivarono
dall’Oriente, dive il Vangelo, senza altre specificazione. Erano i vicini Nebatei
o venivano da più lontano, dalla Persia appunto? In questo caso sarebbero stati
zoroastriano, seguaci della religione di Zoroastro o Zaratustra, esperti nell’astrologia,
capaci di interpretare i segni delle stelle che li guidarono fino a Betlemme...
L’invasione
islamica li costrinse a fuggire. Oggi i profughi di guerra di quelle terre
fuggono in Europa, allora in India.
Come li
accolse il re di Gujarat? Si fece portare un bicchiere di latte pieno fino
all’orlo. Il suo regno era già pieno, non era possibile accogliere più nessuno.
I profughi versarono allora dello zucchero nel bicchiere di latte e promisero
al re che si sarebbero armonizzati con la sua gente come lo zucchero si
scioglie nel latte.
Oggi i Parsi
(coloro che provengono dalla Persia), i seguaci dell’antica religione, sono
poco più di centomila, la maggior parte a Mumbai. Non ho potuto visitare il
loro tempio del fuoco, perché interdetto a chi non fa parte di quel popolo.
Una
volta o l’altro andrò comunque a venerare le reliquie dei loro famosi antenati che
erano andati ad adorare Gesù. Marco Polo asseriva di aver visto le loro tombe a
Saba, a sud di Teheran, mentre invece erano a Costantinopoli, per poi salire a
Milano, venire razziate da Federico Barbarossa e infine riposare nella cattedrale
di Colonia.
Sembra
sia il più grande sarcofago d’Europa e contiene proprio i resti dei quattro
magi (quattro? Ma non erano tre? Ma questa è tutta un’altra storia…)
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