Mentre camminava lungo il mare di
Galilea, vide due fratelli… e disse
loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito
lasciarono le reti e lo seguirono. (Mt 4, 12-23)
Inizia
la missione di Gesù: passare in mezzo a noi annunciando il vangelo del regno di
Dio, chiedendo la conversione, sanando ogni malattia. Lungo tutto il Vangelo lo
vedremo sempre tra la sua gente a dire e agire, a parlare d’amore e manifestarlo
con i fatti.
Cosa significa
convertirci e accogliere il regno di Dio che viene? Cosa ci chiede Gesù in
concreto?
Ce lo
spiega con una parabola, come è solito, per farsi comprendere più facilmente. Quello
che oggi ci dona è una parabola vivente, che si attua sotto i nostri occhi.
“Convertitevi”.
Simone e Andrea
stanno guardando la rete, presi dal loro lavoro. Giacomo e Giovanni stanno
guardando la barca e il padre, presi dal loro mondo, dalle loro famiglia. Per
essi convertirsi vuol dire smettere di guardare nella direzione dei precedenti
interessi e affetti, belli e buoni, e volgersi verso Gesù che li chiami. Alzano
lo sguardo perché la sua voce li distoglie dal loro mondo ordinario e li attira
a lui.
“Il
regno di Dio è vicino”. Anzi è proprio lì, accanto a loro. Basta che lo seguano
e sono già nel regno di Dio. È Gesù il regno di Dio presente tra noi ed esso si
dilata a mano a mano che lo si segue: quattro, dodici, settantadue, migliaia… ed
egli fa nuove tutte le cose e inizia a costruire in terra il regno dei cieli.
Convertirsi.
Rompere decisamente con i legami che ci tengono prigionieri del male. È
evidente. Ma reti, barca e padre, lavoro e famiglia, non sono cose cattive.
Eppure anche da questo i primi quattro tuoi discepoli hanno distolto lo
sguardo. Dunque convertirsi vuol dire distogliere lo sguardo anche dalle cose
belle che ci circondano e che amiamo, da ciò in cui siamo immersi e che prendono
il cuore, dagli interessi che galvanizzano attenzione ed energie e per i quali
lavoriamo con passione. Perché, se sono cose belle e buone?
Perché è
arrivato Gesù, infinitamente più bello e più buono. Conviene guardare a lui,
seguirlo, entrare nel suo mondo e con ciò, automaticamente, distogliere lo
sguardo dal nostro mondo e smettere di seguire il nostro cammino.
Apre per
noi altri cammini, ci sottrae dal nostro piccolo ambiente, ci coinvolge nella sua
divina avventura, ci dilata gli orizzonti, ci fa vivere per il regno: “pescatori
di uomini”.
Poi
torneremo alle nostre reti, alla barca, alla casa, alle cose e agli affetti
della nostra vita quotidiana. Anche i quattro discepoli ripresero a remare sul
lago, ma ormai Gesù era con loro e vivevano per lui. Simone e Andrea tornarono
a casa, ma egli andò ad abitare con loro.
Una
volta “convertiti”, torniamo al nostro mondo, ma tutto o diverso: non vi
torniamo da soli, siamo con Gesù e tutto con gli suoi occhi ed è tutto nuovo.
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