Vi
assaporava «con soddisfazione il silenzio e la pace che regnano
attorno», e occupava gran parte del
suo tempo in preghiera, stando su «una piccola tribuna che si affaccia
sull'altare del Santissimo». Così
sant’Eugenio nei lunghi soggiorni passati in una chiesa sconosciuta e nascosta
al pubblico: San Silvestro al Quirinale. Si apre soltanto la domenica mattina
per una messa. Fino a quanto è stato eletto presidente della Repubblica,
Mattarella vi si recava ogni domenica.
Sant’Eugenio
aveva scelto di abitare nella casa dei Padri della Missione, i Vincenziani, per
essere più vicino alla casa del papa, che allora era il Quirinale. Gli piaceva
anche perché dalla sua finestra si vedeva tutta Roma: «Sono
contento del bello spettacolo che scopro dalla mia finestra da dove spazio su
tutta la città vedendo davanti a me, sotto il giardino della casa dove abito, i
giardini di Palazzo Colonna; di fronte, a poca distanza, le cupole del Gesù e
di altre chiese; un po’ più lontano S. Andrea della Valle; a sinistra la
Colonna Traiana, a poca distanza da lì il Campidoglio, a destra S. Ignazio, il
Collegio Romano e l’osservatorio; più lontano la Colonna Antonina,
Montecitorio, piazza del popolo e tanti altri notevoli edifici; al di sopra di
tutto questo bel Vaticano e questa incomparabile cupola di S. Pietro: tutta la
città insomma».
Da
qui oggi è partito il nostro itinerario sui passi di sant’Eugenio a Roma,
ultima tappa del corso sul carisma che ho dato al Claretianum.
Siamo
partiti da San Silvestro perché la casa e la chiesa romana di sant’Eugenio,
dove, se sommiamo tutti i suoi soggiorni, ha dimorato per più di un anno. Qui
ha lavorato per l’approvazione del suo Istituto, ha scritto tra le lettere più
belle e un diario fitto fitto nel quale racconta nei minimi particolari visite,
incontri, stati d’animo.
In questa chiesta è stato consacrato vescovo. In quella occasione scrisse: «Sarà lo
Spirito Santo, d’ora in poi, il padrone assoluto dell’anima mia, l’unico
movente dei miei pensieri, desideri, affetti, di tutta la mia volontà. Devo
fare attenzione a tutte le sue ispirazioni, ascoltarle dapprima nel silenzio
della preghiera, realizzarle infine nell’azione. Evitare con cura tutto ciò che
possa contristarlo e indebolire l’influenza del suo potere in me».
Mi
pare un buon avvio per la preparazione della festa di Pentecoste.
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