La serata di dialogo a
sant’Eustachio ci ha portato a scoprire metafore luminose del presente, grazie
anche a un famoso teologo, Evdokimov, e a un santo meno noto: Murialdo.
Il teologo famoso, Evdokimov ci ha mostrato l’aprirsi del
presente sull’eterno, luogo di accesso dell’eterno:
- L’“aprirsi”: «Ciascun istante
può aprirsi dal di dentro su un’altra dimensione, facendoci così vivere
l’eternità dell’istante, nel presente eterno... L’eternità non è né prima né
dopo il tempo, essa è la dimensione sulla
quale il tempo può aprirsi» (Teologia della bellezza. L’arte dell’icona, Roma 1981, pp. 138-139)
- L’acceso all’eternità: «L’ora
che tu vivi – afferma un proverbio ascetico –, il compito che tu adempì, l’uomo
che tu incontri in questo momento, sono i più importanti della tua vita. Sono
tali perché il passato ed il futuro nella loro astratta collocazione sono
inesistenti e non hanno accesso
all’eternità; questa non converge che verso il momento presente e non si dà
che a chi si rende totalmente presente in quel momento. È solo in questi
istanti che la si può raggiungere e vivere nell’immagine del momento presente» (La novità dello spirito. Studi di spiritualità, Milano 1979, p. 100).
Il santo, Murialdo, ci ha mostrato un presente
che alza il suo velo per mostrare la realtà nascosta che esso contiene,
indicandocelo come un “inviato” che i dichiara la volontà di Dio:
- I veli: «Tutto il
lavoro della nostra santità – scrive in proposito san Giuseppe Murialdo –
consiste nell’accettare ad ogni momento le fatiche e i doveri dello stato come
altrettanti veli sotto i quali si
nasconde e si offre Dio» (La vita di fede, Torino 1969, p. 240).
- L’inviato: «L’istante
presente è come un inviato il quale ci
dichiara la volontà di Dio: il cuore fedele pronuncia il suo “fiat” e
questa obbedienza al momento presente è un atto per mezzo del quale l’anima si
consacra tutta intera alla volontà di Dio; è una linea retta ove cammina senza
fermarsi, costantemente, né a dritta né a sinistra. Bisogna limitarsi al
momento presente senza pensare a quello che lo ha preceduto, né a quello che
sta per seguirlo. Quello che era buono al momento passato non lo è più perché
la volontà divina non lo esige più» (La vita di fede, cit., p. 240.).
In queste serata di sant’Eustachio
abbiamo dato tanto valore alla metà. Giovedì scorso ci siamo accorti che il
cammino può avere lo stesso valore della meta: può già contenerla.
Nessun commento:
Posta un commento