Se gli Undici
meritano il titolo di “apostoli”, ossia “inviati”, sarebbe proprio il giorno
dell’Ascensione il momento di chiamarli col loro nome perché, quando Gesù sale
al cielo, li invia a tutti i popoli. Invece il Vangelo li chiama “discepoli”:
adesso che stanno per partire, ora più che mai devono restare uniti al Maestro;
mai si dimentichino che la loro identità è tutta nel rapporto con il loro
Signore. Andranno per il mondo intero, ma guarderanno sempre al Signore,
rimarranno costantemente alla sua scuola per sapere da lui cosa dire, come
fare.
Sono mandati a “fare
discepoli” tutti i popoli, ma non per questo essi diventano maestri. Non hanno
una loro dottrina da insegnare. Devono semplicemente trasmettere quello che a
loro volta, in quanto discepoli, hanno ricevuto, quello che ancora imparano,
giorno dopo giorno.
Noi come gli
Undici. Inviati, senza mai allontanarci da Cristi; annunciatori e sempre
discepoli.
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