Giunto
a Corinto, nel settembre dell’anno 50, per prima cosa Paolo cercò un lavoro e
lo trovò nell’impresa di Aquila e Priscilla, una coppia di ebrei cristiani che
avevano dovuto lasciare la loro casa sull’Aventino a Roma. L’imperatore Claudio
nel 49 aveva emesso un editto di espulsione nei
confronti degli ebrei “insorgevano in continuazione istigati da un certo
Chrestos”, come scrive Svetonio. I due commercianti romani erano appena
arrivati a Corinto e già avevano attivato la loro azienda nella quale Paolo
poté esercitare il suo mestiere di tessitore di tende. Avevano portato con sé anche
la figlioletta Prisca? Stesso nome della madre, che Paolo amata chiamare col
diminutivo di Priscilla. Da Corinto accompagnarono l’Apostolo ad Efeso per
aiutarlo nella sua missione di evangelizzazione.
Pochi anni dopo, nel 54, dopo la morte di Claudio, li
ritroveremo di nuovo a Roma dove possono accogliere nuovamente l’Apostolo che
vi fa il suo ingresso da prigioniero.
Le fondamenta della loro casa romana ci sono ancora, sotto la chiesa che
porta il nome di santa Prisca e tradizione vuole che, prima della cacciata
dalla città nel 46, la famiglia fosse stata battezzata attorno all’anno 42 da
san Pietro (lo racconta anche il quadro sull'altare maggiore). La figlioletta, Prisca, aveva allora 13 anni. Gesù era morto da appena
9 anni.
La casa della coppia cristiana era diventata nel frattempo “chiesa
domestica”, uno dei primi luoghi dove si ritrovava la comunità cristiana. Già
ad Efeso avevano fatto della loro casa un centro di incontro, come scriveva
sempre Paolo agli amici lasciati a Corinto: “Le comunità dell’Asia vi
salutano. Vi salutano molto nel Signore Aquila e Prisca con la comunità che si raduna nella loro
casa” (1 Cor
16,19).
Prima di arrivare a Roma, l’Apostolo scriveva ai cristiani della città
imperiale: “Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Gesù Cristo, i
quali hanno esposto la loro testa per salvarmi la vita. Ad essi devo rendere
grazie non solo io, ma anche tutte le chiese dei gentili” (Rm 16, 3).
Prisca, la figlia di Priscilla e Aquila, sarebbe stata la prima martire
romana; la prima, come dice il suo stesso nome, Prisca; oppure il suo nome si
riferisce al “primo” frutto del lavoro missionario di Pietro a Roma. Sepolta
sulla via Ostiense, nelle catacombe di Priscilla, le più antiche di
Roma, quando il suo corpo fu
ritrovato venne trasportato nella sua vecchia casa, poi diventata chiesa a
tutti gli effetti.
Leggende, storie vere poi romanzate? In ogni caso questa coppia di laici
cristiani ha lasciato una testimonianza straordinaria di dedizione al Vangelo,
e la loro figlia, la giovane Prisca, si è conquistata il primato della
testimonianza del sangue.
Com’era
l’Aventino duemila anni fa? Uno dei più bei colli romani, immerso nel verde, un
po’ appartato dall’agitata vita cittadina. Lo divide dal Palatino la valle
nella quale si stende il Circo Massimo e più avanti le Terme di Caracalla. Da
una parte il colle dei palazzi imperiali – il Palatino, dall’altro quello dei
mercanti forestieri, arricchitisi con il commercio, primi fra tutti gli ebrei –
l’Aventino. Fu questa massiccia presenza di mercanti ebrei, favoriti nei loro mercati
dal porto sottostante sul Tevere e dal suo emporio, a fare di questo luogo il
centro del primo cristianesimo romano.
Se
vuoi correre devi andare in valle, tra il Circo Massimo e le Terme di
Caracalla. Ma se vuoi una passeggiata tranquilla, devi salire sul colle e anche
oggi, come duemila anni fa, ti ritrovi in un altro mondo: il giardino degli
aranci, le grandi basiliche silenziose di santa Sabina, di sant’Alessio, dei
Benedettini, il parco dei Cavalieri di Malta… e la chiesa di santa Prisca.
La
chiesa di oggi non ha più nulla dei primi secoli, completamente ristrutturata
in stile barocco. Basta tuttavia scendere negli scavi e pochi tocchi ricreano
il fascino misterioso degli inizi: il capitello usato da Pietro come fonte
battesimale (veramente è di molto più tardi, dell’epoca degli Antonini, ma va
bene lo stesso…), il bronzo con decreti onorifici (questo sembra sia davvero
della casa di Aquila e Priscilla!), qualche antica colonna… Ma vi scenderemo un’altra
volta e scopriremo anche il Mitreo di Roma meglio conservato. Eh sì, perché
queste piccole facciate di chiesette, alle quali non daresti due soldi, nascondono
tesori impensati.
Per
oggi, 18 gennaio, festa di santa Prisca, basta goderci la storia di questa
famiglia cristiana… e anche la passeggiata all’Aventino!
Nessun commento:
Posta un commento