Giornata
fredda e assolata. Dietro la cupola di san Pietro la catena di montagne
innevata abbraccia la città. Un bel regalo, dopo una settimana di pioggia.
Nel
pomeriggio il centro di Roma è letteralmente assalito da una fiumana di persone
che straripa da tutte le strade, soprattutto attorno a piazza Navona,
tradizionale ritrovo di Befana. Gli autobus fanno fatica a muoversi tra la
gente che invade le strade. C’è clima di euforia e di festa, l’ultima di quelle
natalizia, visto che “L’Epifania, tutte le feste porta via”.
La
chiesa dell’Araceli è piena all’inverosimile per la messa pomeridiana, alla
quale segue la processione con il Bambino Gesù portato a spalle sul baldacchino
dagli uomini della confraternita. È preceduto da ragazze vestite da angeli e dai
tre Magi.
Ad
accogliere Gesù Bambino, in piazza del Campidoglio la banda e il coro della
Polizia municipale che suona e canta nenie natalizie, ma soprattutto un grande
vivacissimo presepe vivente, allestito ai piedi della scalinata del palazzo
comunale: pastori, artigiani, donne, bambini, tutti in costume e intenti nelle
loro mille occupazioni tra capanne e botteghe. La Madonna tiene in braccio un
bambino di un mese. Si alzano in cielo lanterne volanti colorate, come piccole
mongolfiere, alimentate da tenue fiammelle, quasi un segno delle preghiere e
dei canti che salgono a Dio. Nel frattempo il coro canta "Paradiso, Paradiso...".
Al
termine della processione, dalla cima della scalinata dell’Araceli le ultime
parole del cardinale e la benedizione alla città con il Bambinello. Infine, rientrati
in chiesa, tutti in fila per baciare Gesù Bambino, non importa se si dovrà attendere
a lungo: è sì o no la festa dell’Epifania?
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