Alla mattina presto, prima del sorgere del sole, le
colline echeggiano del canto degli uccelli tra il più profondo silenzio. L’alba
rischiara boschi e casolari. L’aurora tinge l’orizzonte. È un panorama d’incanto.
Tra i filari ordinati tanti terreni incolti e oliveti
ormai inselvatichiti si stendono nel più totale abbandono. Comprende allora il
legame fecondo tra creato e opera dell’uomo. Un’alleanza che deve rinascere,
soprattutto davanti alla crisi alimentare che si profila all’orizzonte. Perché
non affidare a Pakistani e ai tanti immigrati queste terre perché tornino a
rivivere e a produrre?
Natura e storia devono progredire insieme.
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