È stagione di Capitoli generali degli Istituti religiosi,
complice anche la pandemia che ne ha fatto procrastinare parecchi. Ieri è
iniziato quello dei Figli dell’Immacolata, che ha per tale tre F: Fondatore, Fraternità,
Formazione. A me l’onore della prima relazione sul primo dei tre temi. Nella
loro cappella mi è piaciuto il dipinto che ritrae il fondatore, il beato Luigi
Monti che assieme ad un altro beato e ai discepoli, si pongono alla sequela di Gesù…
Ho terminato il mio intervento ricordando i cinque atteggiamenti
che p. Marcello Zago ci invitava ad avere verso il nostro fondatore (per fortuna
noi Oblati come i Figli dell’Immacolata abbiamo un fondatore santo!).
Il fondatore non è stato canonizzato perché Fondatore o
vescovo o perché fece grandi cose, ma perché fu un santo. Ha vissuto cioè in
modo esemplare da discepolo di Cristo secondo la sua vocazione di cristiano, di
religioso, di Fondatore… Proprio perché visse in modo eroico le virtù cristiane
è presentato a tutta la Chiesa come modello da imitare. Non è nato santo, ma lo
è diventato progressivamente mosso dalla grazia divina a cui ha corrisposto. Lo
è diventato con il suo carattere umano, che attirava alcuni e allontanava
altri. È diventato santo anche grazie e nonostante gli avvenimenti che hanno accompagnato
la sua vita, grazie al suo rapporto con Cristo al quale si è conformato sempre
più.
Un fondatore non è un semplice iniziatore di un’opera
umana. La sua persona e la sua opera si capiscono pienamente solo nella economia
salvifica divina, guidata dallo Spirito Santo, il protagonista della vita e
della missione della Chiesa. Per capire il carisma del proprio Istituto,
bisogna capire il fondatore ed entrare in sintonia con lui, con la sua
ispirazione e il suo progetto. Così si percepisce il dono fatto attraverso lui
alla Chiesa.
Egli è cosciente del proprio ruolo non solo nell’iniziare
l’Istituto ma anche nel trasmettere e interpretare lo spirito, le finalità
missionarie, le modalità del convivere. È importante cogliere il suo modo di operare
le scelte, di rispondere alle sfide, di tradurre in pratica le intuizioni. Ha
offerto anche indicazioni sullo spirito dell’Istituto partendo spesso dalle
situazioni della vita.
I fondatori normalmente si considerano padri o madri dei
membri dell’Istituto da loro fondato. È una paternità che gli viene dal carisma
di fondatore. Questo rapporto di paternità non si esaurisce con la morte. Essi
continuano ad amarci e attendono non solo un amore fraterno tra di noi ma anche
un amore filiale nei suoi confronti. È tale amore che ci farà capire le loro ispirazioni
iniziali e condividere gli atteggiamenti per vivere il loro carisma nell’oggi
della Chiesa, in sintonia con il loro spirito.
Con la beatificazione e canonizzazione il fondatore può
intercedere per noi presso il Signore. Le grazie e i miracoli accordati per sua
intercessione sono un esempio della sua disponibilità. È particolarmente
disponibile ad intercedere per il rinnovamento della sua famiglia, per una
maggiore incisività apostolica, per la grazia di nuove e autentiche vocazioni,
per una adeguata formazione di apostoli zelanti.
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