Cent’AMMI ? Non sarà uno dei miei soliti refusi per “cent’anni”? No. Il libro di Marina Falcone si intitola proprio Cent’AMMI, perché cento sono gli anni dell’AMMI italiana.
Ho letto d’un fiato il libro nel quale Marina racconta la storia dell’Associazione Missionaria Maria Immacolata (AMMI) in Italia, in occasione del primo centenario dalla sua fondazione. Il racconto è affascinante. Passano davanti uomini, donne, giovani che si sono rimasti incantati dal carisma di sant’Eugenio e si sono lasciati trascinare da esso, condividendo il cammino degli Oblati, divenendo laici oblati, o oblati laici, non importa dove cade l’accento: pienamene Oblati, pienamente laici! Rispondono con generosità all’appello di sant’Eugenio “In nome di Dio, siate santi”, facendo proprio questo l’obiettivo, senza mezze misure. Una santità vissuta nel quotidiano, nelle scelte difficili in famiglia, sul lavoro, nell’ambito ecclesiale, nella convinzione che il sacerdozio che nasce dalla vocazione battesimale si esercita nel vivere e testimoniare il del Vangelo nelle realtà sociali, umane, là dove ognuno si trova inserito. Rispondono alla chiamata esigente della missione, a fianco degli Oblati. Alcuni li seguono all’estero, in contesti difficili, quasi tutti gli altri rimangono nel proprio ambiente. Che vocazione grande e totalitaria!
Non si tratta soltanto
di progetti, idee, parole. La seconda parte del libro è un susseguirsi di testimonianze
sincere, personali e di gruppo, da tutta Italia, che mostrano la concretezza di
una vita donata e di come la partecipazione autentica a un carisma è capace di dare
pienezza alla vita. Che la proposta dell’AMMI sia anche, o prima di tutto, un cammino
di santità lo mostrano pure i brevi ed efficaci profili di quanti sono già
partiti per il cielo: il libro ne presenta sei soltanto, ma potremmo enumerarne
molti altri. Il libro raccoglie anche le testimonianze dei presidenti dell’Associazione
e degli assistenti, ad ulteriore conferma che l’AMMI è un corpo concreto, vivo,
con volti concreti.
La prima parte ripercorre
le tappe della storia centenaria dell’Associazione, nonché della sua “preistoria”,
che risale a sant’Eugenio stesso, soffermandosi soprattutto sul percorso
compiuto in Italia, a partire dal 1° maggio 1921, quando il Superiore Generale,
p. Dontenwill, stabilisce a Napoli la sede dell’Associazione per l’Italia.
Dopo aver tracciato le
finalità e le linee della spiritualità dell’AMMI, Marina segue in maniera dettagliata
il cammino che si snoda a partire dal convegno di Collevalenza, nel 1991, che
ha segnato l’inizio di una nuova tappa, fino alla realtà di oggi.
Un racconto
appassionante, partecipato dall’Autrice, come quando, introducendo le varie esperienza
degli associati, offre, in filigrana, la propria esperienza, definendoli: “Uomini
e donne, padri e madri che cercano di incarnare nel quotidiano il dono ricevuto;
e il quotidiano di un laico, se non consideriamo quello ecclesiale, è
costituito dalla famiglia, dal lavoro, dall’impegno nel sociale”.
Verso la fine del libro leggo: “Oggi l’Ammi italiana conta 11 comunità sparse per l’Italia da nord a sud. Gli associati sono attualmente 264 ma in tutte le comunità sono presenti anche numerose persone che seguono il cammino formativo offerto dalla comunità e ne condividono i momenti di comunione, gli impegni pastorali e tutti gli eventi organizzati”. 264 persone? Leggendo il libro mi era sembrato di camminare assieme ad un esercito sterminato, tanto sono alti gli ideali, coinvolgenti i progetti, commoventi le storie… Ma è vero che per rendere saporosa una vivanda basta un po’ di sale e un pugnetto di lievito fa fermentare tutta la pasta.
Cent’anni – Cent’AMMI
! – che spingono in avanti e lasciano intravedere sviluppi nuovi per il
carisma di sant’Eugenio condiviso come realtà comune da laici e consacrati.
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