Una caratterista dell’orazione oblata è che viene vissuta insieme.
Pur in forma silenziosa e personale, essa è celebrata da tutti i membri della
comunità riuniti davanti a Gesù Eucaristia.
È una
delle più belle espressioni della loro unità attorno a Gesù: «Nella misura in
cui cresce tra loro la comunione di spirito e di cuore, gli Oblati testimoniano
davanti agli uomini che Gesù vive in mezzo ad essi e fa la loro unità per
mandarli ad annunciare il suo Regno» (C 37).
«Malgrado le tante esigenze del ministero – ricorda ancora la
Regola –, uno dei momenti più intensi nella vita di una comunità apostolica è
quello della preghiera in comune: radunata davanti al Signore, in comunione di
spirito con gli assenti, si rivolge a lui per cantare le sue lodi, ricercare la
sua volontà, implorare perdono e chiedergli forza per meglio servirlo» (C 40).
Ha dunque il carattere di un incontro di tutta la famiglia
oblata in Gesù Eucaristia.
Gli scritti di sant’Eugenio testimoniano la gioia che
provava nel trovare tutti i suoi figli in Gesù Eucaristia. In un tempo in cui
l’unico mezzo di comunicazione era la posta, che esigeva mesi per raggiungere i
missionari più lontani, l’orazione serale era il quotidiano comune centro
d’incontro tra tutti.
Dai suoi scritti appare anche la concretezza della sua
preghiera, durante la quale si intrattiene con i suoi missionari, che ama
immaginarsi ai loro posti di lavoro, nelle situazioni più difficili, e dei quali
amichevolmente parla con il suo Signore.
Da Roma, il 31 dicembre 1825 scrive alla comunità di
Marsiglia: «Stanotte mi sono occupato molto di voi tutti con grande
consolazione, davanti al SS. Sacramento che resta esposto per due notti durante
le Quarantore; e ancora stamane alla santa messa e poi durante la mia ora di
adorazione».
10 gennaio 1852 a p. L’Hermite a Bordeaux: «Sapete che siete sempre presenti alla mia mente,
al mattino durante il santo sacrificio, a sera durante l’udienza che ci offre
il nostro divin Maestro quando veniamo a porgergli i nostri omaggi
nell’orazione che ha luogo in sua presenza dinanzi al tabernacolo. Ve lo
ricordo, figliolo caro, perché vi troviate assieme a me a questo appuntamento.
È l’unico modo per accorciare le distanze: ritrovarsi fianco a fianco. Non ci
si vede, ma ci si sente vicini, ci si ascolta, ci si confonde in una massa
medesima».
Il 4 gennaio
1856: «Dio, predestinandomi a divenire padre di una famiglia numerosa nella
Chiesa, mi ha fatto dono di un cuore tale che basta ad accogliere tutti i miei
figlioli, offrendo a ciascuno il grado di affetto e di amore sincero che gli è
dovuto; ma mi ci vorrebbero cento mani per mantenere una corrispondenza come
vorrei con tutti coloro che mi danno segno del loro attaccamento. Non mi rimane
che occuparmi molto di loro davanti al Signore, sia offrendo ogni giorno per
loro il santo sacrificio della Messa sia pregando per essi ogni sera
nell’orazione dinanzi al SS. Sacramento Così in qualche modo do loro
appuntamento nel cuore adorabile del nostro divin Salvatore».
Il 6 marzo 1857: «Non potete credere quanto io mi preoccupi
dinanzi a Dio per i nostri missionari della Rivière
Rouge: questa presenza è l’unico mezzo di avvicinarmi ad essi perché
dinanzi a Gesù Sacramentato a me pare di vedervi, mi pare di toccarvi e deve
capitare spesso che anche voi vi troviate alla sua presenza; allora noi ci
ritroviamo in questo centro vivo che ci fa comunicare tra di noi».
25 marzo 1857, ricordando che ogni giorno ha presenti
davanti al Signore i suoi figli, così scrive a uno dei missionari del Canada: «Quale grande gioia avere un centro comune
dove ci si può ritrovare giornalmente! Quale delizioso appuntamento l’altare
sul quale si offre la vittima santa e quel tabernacolo dove ogni giorno si
viene ad adorare Gesù Cristo per conversare con lui di tutto quel che ci
interessa. Io gli parlo di voi con tutta l’effusione del cuore; e gli parlo di
tutti gli altri figlioli che la sua bontà mi ha dato: gli chiedo di mantenervi
nei sentimenti di quella perfezione religiosa di cui voi avete dato esempio
durante il noviziato e lo scolasticato. Lo prego di conservarvi in un
sentimento di umiltà profonda in mezzo ai prodigi di zelo, mortificazione,
carità che il vostro ministero così duro molto spesso vi dà occasione di
compiere. Lo supplico inoltre di mantenervi tutti in buona salute perché
possiate continuare a lungo a rispondere alla vostra sublime vocazione per la
gloria di Dio e la salvezza delle anime, queste povere anime rimaste totalmente
abbandonate e che possono salvarsi soltanto per mezzo vostro, servi così generosi
che non avete altro di mira in questo mondo. Quale ricompensa avrete, solo Dio
può valutarlo».
Nessun commento:
Posta un commento