Gesù ha promesso di mandarci il suo Spirito perché ci introduca
nelle sue parole: «Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla
verità tutta intera» (Gv 16, 13). È inviato per aiutarci a “ricordare”
le parole del Maestro, ossia a credere, a capire pienamente quanto Gesù ha
insegnato, a prenderne possesso, a viverlo. Paolo spiega che poiché soltanto lo
Spirito conosce le profondità di Dio, soltanto lui può rivelarle: abbiamo ricevuto
«lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato» (1 Cor 2,
12; cf. Ef 3, 16-19). Di qui la sua preghiera: “Vi dia uno spirito
di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli
davvero illuminare gli occhi della vostra mente” (Ef 1,17-18).
I Padri della Chiesa sono unanimi nel ricordare lo stretto
legame tra Parola e Spirito. Girolamo così si esprimeva: «Non possiamo
comprendere le Scritture senza l’aiuto dello Spirito Santo». Origene, comunicando
la propria esperienza di grande esegeta, scrive: «questi fatti che leggiamo
sono certo degni della parola dello Spirito Santo, ma per spiegarli abbiamo
bisogno di quella grazia dello Spirito Santo». E Isidoro di Siviglia: «Bisogna
comprendere le Scritture secondo che esige il sentire dello Spirito Santo, dal
quale sono state scritte». «Le Scritture - afferma a sua volta Guglielmo di
Saint-Thierry - desiderano essere lette con quello stesso Spirito con il quale
sono state scritte, e comprese con quel medesimo Spirito». Con lui Simeone il
Nuovo Teologo: «Tutti possono comprendere quello che leggono nei libri (...) ma
le cose riguardanti Dio e la salvezza non possono essere comprese senza
l’illuminazione dello Spirito Santo».
Soltanto lo Spirito di Gesù può farci
capire i misteri di Gesù: “Nessuno può dire “Gesù è Signore” se non sotto l’azione
dello Spirito Santo” (1 Cor 12, 3).
Per questo l’Oblato non osa entrare
nell’orazione senza prima rivolgere la sua preghiera allo Spirito Santo: “Vieni,
Santo Spirito, riempi il cuore dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del
tuo amore”, chiedendo di guidarli “alla piena luce della verità” e di gustare “la
vera sapienza”.
Poi si indirizza a colei che per prima e meglio di tutti ha
compreso la Parola di Dio e ha vissuto in sé i misteri del Figlio: “O Maria,
Vergine Immacolata, fedele adoratrice del Padre, Madre ammirabile del Figlio di
Dio, Sposa dello Spirito Santo, suscita nell’anima mia i sentimenti che avevi
meditando nel tuo cuore i misteri che ti erano rivelati, e fa’ che io viva
pienamente il mistero del tuo Figlio, mio Salvatore, in unione con tutti quelli
che onorano la Santissima Trinità nell’orazione”.
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