“apprendre… ce que c’est que Jésus Christ”.
https://fabiociardi.blogspot.com/2020/06/far-comprendere-e-comprendere-chi-e.html
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Ap-prendere vuol dire semplicemente prendere, afferrare, preceduto ad un ad intensivo, che indica il protendersi
in avanti per afferrare…
Viene
in mente Paolo quando parla della “sublimità della conoscenza di Gesù Cristo”
per raggiungere la quale lascia tutto, così da “guadagnare Cristo”: “Mi sforzo
di correre per conquistare la mèta, perché anch’io sono stato conquistato da
Cristo Gesù” (Fil 3, 8-12).
Insegnare
chi è Cristo, imparare chi è Cristo… apprendere Cristo.
Dove?
Ce lo siamo detti. La preghiera è uno dei luoghi privilegiati di apprendimento.
Per l’Oblato è soprattutto l’orazione della sera.
E
cosa si fa durante questa “preghiera silenziosa e prolungata”?
Nella
Regola sant’Eugenio de Mazenod chiedeva di contemplare “le virtù di Nostro
Signore Gesù Cristo, che i membri della Compagnia devono riprodurre al vivo in
se stessi”, fino a “imitare in tutto gli esempi di nostro Signore Gesù Cristo”,
così da “cercare di diventare altri Gesù Cristo”.
Eugenio
pensava a un “pittore che copia il modello”. Cosa fa l’artista? “Mette il
modello nella sua luce migliore, lo guarda attentamente, lo fissa, cerca di
imprimere l’immagine nel suo spirito, traccia poi sul foglio o sulla tela alcune
linee che confronta con l’originale, le corregge se non sono esattamente
conformi, altrimenti continua”. Nella sua contemplazione egli faceva lo stesso
con Cristo l’“amabile modello al quale debbo e voglio con la sua grazia
conformarmi. L’ho considerato come mio Redentore, mio Capo, mio Re, mio Maestro
e mio Giudice”.
Gesù
come modello, come esempio: “Vi ho dato l ‘esempio, perché come ho fatto io
facciate anche voi” (Gv 13, 15). “Cristo
vi ha lasciato un esempio, perché
ne seguiate le orme” (1 Pt 2, 21).
Fino ad avere “gli stessi sentimenti di Cristo” (Rm 15, 5; Fil 2, 5).
Il
Catechismo della Chiesa Cattolica (520-521) ricorda che
Durante tutta la sua vita,
Gesù si mostra come nostro modello (cf Rm 15, 5; Fil 2, 5): è “l'uomo perfetto”
che ci invita a diventare suoi discepoli e a seguirlo; con il suo abbassamento,
ci ha dato un esempio da imitare (cf Gv 13,15),
con la sua preghiera, attira alla preghiera, con la sua povertà, chiama ad
accettare liberamente la spogliazione e le persecuzioni.
Tutto ciò che Cristo ha vissuto,
egli fa sì che noi possiamo viverlo in lui e che egli lo viva in noi. “Con l'incarnazione
il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo”. Siamo chiamati a formare
una cosa sola con lui; egli ci fa comunicare come membra del suo corpo a ciò che
ha vissuto nella sua carne per noi e come nostro modello: “Noi dobbiamo sviluppare
continuamente in noi e, in fine, completare gli stati e i misteri di Gesù. Dobbiamo
poi pregarlo che li porti lui stesso a compimento in noi e in tutta la sua Chiesa.
[...] Il Figlio di Dio desidera una certa partecipazione e come un'estensione e
continuazione in noi e in tutta la sua Chiesa dei suoi misteri mediante le grazie
che vuole comunicarci e gli effetti che intende operare in noi attraverso i suoi
misteri. E con questo mezzo egli vuole completarli in noi” (San Giovanni Eudes).
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