Vetrata della chiesa della missione ad Aix |
Una volta in seminario spiega ai suoi compagni che «La festa del Sacro Cuore è la festa
dell’amore di Gesù Cristo per gli uomini. Occorre dunque amare gli altri
con la forza dell’amore di Cristo». E alla mamma scrive: «Onorando il Sacro
Cuore di Gesù, andiamo ad attingere l’amore di Dio alla sua stessa fonte» (1
maggio 1810).
Rientrato ad Aix, il 12 luglio
1814 chiede al Papa la facoltà di dar vita a una confraternita del Sacro Cuore
di Gesù, affiliata a quella di Roma. Essa viene eretta l’8 febbraio 1816 nel
coro della “Chiesa della missione”, allora ancora inagibile. La chiesa era già
dedicata al Sacro Cuore, raffigurato nello stucco che dominava l’abside
(rimosso nei restauri successivi). Attualmente il Sacro Cuore è raffigurato
nella vetrata in fondo alla chiesa.
Nel 1820 e 1822 i Missionari di Provenza pubblicano un opuscolo di preghiere al
Sacro Cuore, dove troviamo l’Atto di consacrazione composto nel 1718 da suor Anna Maddalena Rémuzat,
Visitandina di Marsiglia (1696-1730). Sant’Eugenio l’ha fatto proprio e,
inserito nel Manuale di preghiera, gli Oblati lo hanno ripetuto fino al 1986 (è
infatti ancora presente nel Manuale del 1958):
O Cuore adorabile del mio divino Redentore,
sorgente feconda di tutte le grazie, Re di tutti i cuori, oggi consacro a te il
mio cuore con tutti i suoi sentimenti, e lo pongo interamente a tuo servizio.
Vieni dunque, mio Dio, e regna nel mio cuore; vieni
a disporre in esso da vero sovrano, elimina tutto quanto può non piacerti,
raddrizza le sue inclinazioni, correggi i suoi smarrimenti, purifica le sue
intenzioni, imprimi in esso l’amore alle tue sante leggi. Fai in modo che la
dolcezza, la pazienza, l’umiltà, il disprezzo e il distacco dai beni della
terra, insieme a tutte le virtù che hanno fatto la tua gioia, diventino anche
le gioie del mio cuore.
Sii la sua guida sulle strade pericolose del mondo,
il suo consolatore nelle difficoltà, il suo rifugio nelle persecuzioni e il suo
difensore davanti alle porte dell’inferno. Soprattutto ti scongiuro, per il
Sangue prezioso versato per me, d’infiammare al massimo il mio cuore con il
fuoco sacro che hai portato sulla terra.
Ho tanto da temere per la sua fragilità, ma pongo
in te tutta la mia fiducia e tutto spero dalla tua bontà.
Brucia in me tutto ciò che ti dispiace; allontana
da me tutto quanto può farti resistenza; imprimi a fondo il tuo amore nel mio
cuore, così che mai possa offenderti, né dimenticarti, né essere separato da
te.
Che il mio nome sia scritto nel tuo cuore, che il
mio cuore sia simile al tuo, e che per te ami eternamente il Padre, il Figlio e
lo Spirito Santo. Amen. (Exercice à l’honneur du Sacré Cœur de Jésus…, Aix, Imprimerie de Tavenier, 1822, p.
3-4).
Una volta divenuto Vescovo di Marsiglia, sant’Eugenio ripristinò in città la
processione del Sacro Cuore, abolita dalla Rivoluzione
francese. Ogni volta era per lui una vera festa, che gli dava profonda gioia.
Mons. Guibert, divenuto
arcivescovo di Parigi nel 1871, fece propria l’iniziativa del governo di
erigere un santuario al Sacro Cuore,
sulla collina di Montmartre, e il 16 giugno 1875 ne pose la prima pietra.
L’anno successivo chiamò gli Oblati a prenderne la direzione. Questo fatto accrebbe
sensibilmente la devozione al Sacro Cuore in tutta la Congregazione.
Agli Oblati fu affidato anche il santuario nazionale del Sacro Cuore in
Belgio. Il ministero iniziò l’11 aprile 1905 in una cappella provvisoria.
Il Capitolo generale del 1873, dietro suggerimento di p. Yenveux, decretò che tutta la Congregazione venisse
consacrata al Sacro Cuore. L’atto di consacrazione fu letto dal Superiore
generale, p. Giuseppe Fabre, l’8 agosto, alla chiusura del Capitolo. Il testo era
stato preparato da p. Rambert, superiore dello scolasticato di Autun, dove si
teneva il Capitolo. È rimasto in uso fino al 1986. Ecco alcuni paragrafi:
Sacro Cuore di Gesù, Figlio unigenito di Dio Padre e della Vergine Maria,
nostra Madre Immacolata; Cuore, tabernacolo dello Spirito Santo nel quale abita
la pienezza della divinità, […] la Congregazione degli Oblati di Maria
Immacolata si consacra a Voi nella persona del Superiore Generale, degli
Assistenti e di tutti i membri del Capitolo Generale qui riuniti. Si consacra
al vostro onore e al vostro servizio, con una consacrazione assoluta e
perpetua. Vi offre, senza alcuna riserva, persone, beni e opere. Vi riconosce
come unico Maestro e Sovrano. Solo in Voi vuole essere, muoversi e vivere. Amarvi
sarà per sempre l’unica gioia; possedervi, l’unica ricchezza; servirvi, l’unica
gloria. […].
Sacro Cuore di Gesù, cuore pieno di bontà e di amore, donateci questa
carità, testamento del cuore del nostro amato Padre qui presente, affinché
possiamo sempre vivere come fratelli, con un solo cuore e un’anima sola. […]
Sacro Cuore di Gesù, oh cuore, fornace ardente, infiammateci con il fuoco
divino da spandere su tutta la terra, perché adempiamo fruttuosamente
l’apostolato di rigenerazione e santificazione delle anime da Voi redente.
P. Achille Rey, racconta che mentre i padri capitolari
stavano pregando, «Fuori si è scatenato un temporale; tuoni incessanti fanno da
ottimo accompagnamento, lampi rapidissimi e abbaglianti si fondono con la luce
delle candele, la pioggia cade a torrenti e flagella le finestre della
cappella. Lo sconvolgimento della natura non turba affatto la calma e la
maestosità dei canti, né il nostro comportamento davanti al Sacro Cuore. […] O
Sacro Cuore di Gesù, siate sempre il rifugio sicuro della Congregazione degli
Oblati di Maria Immacolata. Sotto la vostra protezione divina, essa non avrà
timore di affrontare le tempeste» (A. Rey, “Missions OMI”, 11 [1873], p. 254-257).
Tre anni più tardi il Direttorio dei novizi e degli scolastici
del 1876 (p. 153) presenta la devozione
al Sacro Cuore come una devozione “speciale” nella Congregazione:
Questa deve essere una devozione speciale per tutti gli Oblati, soprattutto
dopo la consacrazione dell’intera Congregazione al Sacro Cuore di Gesù, fatta
nel 1873, in occasione del Capitolo generale.
Il Cuore di Gesù è il tabernacolo della divinità, la fonte della vita, il
focolare dell’amore, il canale delle grazie, lo strumento delle misericordie.
Deve pertanto essere oggetto di una devozione molto cara al cuore di un
missionario, tanto più che Nostro Signore si è impegnato a concedere alle anime
devote al suo divin Cuore la grazia di convertire i più grandi peccatori e far
fruttificare senza misura il loro lavoro apostolico.
Il direttore di “Missions OMI” scrisse: «Il Sacro Cuore
si è degnato di gettare uno sguardo di predilezione sulla nostra umile
Congregazione e di associarla ai suoi disegni, [...] ovunque gli Oblati sono
gli apostoli di questo culto di amore e di riparazione» (“Missions OMI”, 17
(1879), p. 243).
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