Un vecchio amico, dopo aver letto le mie
riflessioni sulla nuova visione di Chiesa e di laicato che dovrebbe nascere da quanto stiamo
vivendo, ha voluto condividere con me alcune sue riflessioni:
Qualche
anno fa, scartabellando tra libri vecchi trovai un volumetto vecchio del 1961
dal titolo “La grande indulgenza del lavoro”. Fu una scoperta. Nel 1961, prima
del concilio Vaticano II, fu istituita (e mai revocata) da Papa Giovanni XXIII
una indulgenza speciale “affinché il lavoro umano per l’offerta fattane a Dio
venga maggiormente nobilitato ed elevato ad un valore soprannaturale”.
Valore
Soprannaturale del lavoro? È una rivoluzione...
L’impegno
quotidiano non è più una attività che distoglie ed allontana da una Fede
vissuta intensamente ma una strada privilegiata per il nostro specifico cammino
di Fede.
Troppe
volte è stato considerato il lavoro o gli impegni domestici come avversari da
arginare, ostacoli da gestire a beneficio di una osservanza dettata dalle pie
pratiche.
Pensiamo,
a titolo esemplificativo, ai tanti che lavorano nei giorni festivi e che non
possono partecipare alla messa domenicale (oggi la maggioranza). Il loro lavoro
è una azione santificatrice oppure considerato come un inciampo?
Il
lavoro può e deve essere il tempo della dignità dell’incontro con Dio, non un
ripiego.
Mentre leggo queste riflessioni mi capita tra
mano un testo di Santa Gertrude di Helfta (1256-1301):
[Una persona] si rammaricava di
vedersi impedita di andare a pregare a causa di vari problemi per l'impegno di
cui era incaricata.
Gertrude pregava per lei e
ricevette dal Signore la seguente risposta: “Non mi aspetto che ella mi serva
un’ora al giorno, ma che durante tutta la giornata sia sempre alla mia
presenza, e ciò compiendo continuamente il suo lavoro per la mia gloria, nello
stesso spirito con cui vorrebbe darsi alla preghiera, aggiungendo inoltre
questo atto di pietà. Ad ogni lavoro che compie nel suo incarico, desiderare
sempre che coloro che ne beneficeranno non solo ne siano beneficiati nel corpo,
ma anche spinti nello spirito ad amarmi di più e confermati nel bene.
E tutte le volte che ella agirà
così, sembrerà che condisca saggiamente tutti i piatti, per così dire, i suoi
lavori, d'un solo sale di mio gusto, d'uno squisito sapore”.
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