Nell’unica
simpaticissima libreria di Otranto, “Jonathas”, ho chiesto alla libraia un libro
che mi aiutasse a vivere la città. Mi ha consigliato L’ora di tutti, di Maria Corti, una letterata e critica d’arte che
ha alle sue spalle pubblicazioni su Dante, edizioni delle opere di autori del
Novecento. La copia che ho comprato è della 24 edizione, una buona garanzia. Ma
la garanzia migliore rimane il consiglio della libraia. Ho così letto un grande
romanzo, epopea di pescatori d’Otranto, gente semplice e intera, per la quale
arriva la grande “ora”, il momento di mostrare che si può essere degli eroi,
una possibilità che prima o poi può capitare a tutti nella vita.
È l’epopea
della resistenza all’assalto turco alla città nel 1400 e del martirio di 800
otrantini, decapitati per aver rifiutato di passare alla religiosa musulmana.
La grande pagina storica è pretesto per entrare nella Puglia, “terra rossa,
uliveti dalle foglie peste, raggrinzite, coperte di polvere bianca, lunghe
pietraie, fatte da Dio appositamente per le cicale (…). Al tramonto pareva vi
fosse una lotta per qualche mezz’ora fra l’ultimo canto delle cicale e il
silenzio; simile lotta proseguiva più tardi fra la pace dell’estremo tramonto e
il cuore dei contadini, da cui si levavano nell’aria nenie di una tristezza
sena limite… (…) Muretti a secco, che facevano da confine fra le proprietà; al
grigio degli ulivi si alternava nelle vicinanze delle masserie il verde stanco
dei fichi d’india, piante perennemente immobili”.
Soprattutto
voci che raccontano storie personali, tra terra e mare, sentimenti, brevi gioie,
saggezza, duro lavoro, amori forti e teneri. Volti di gente comune, capace di
riscatto, come Mazzapinta che si inalbera d’orgoglio: Uno viene e ti dice:
Adesso botta via tutte le tue idee. Eh no, perdio, tu rispondi, io le mie idee
non le butto via, e così muori. Questo non è morire da stupidi”.
Non sono
eroi consumati né eroi improvvisati. Non è un’epopea dei grandi avvenimenti, ma
del lavoro quotidiano, della più comune vita familiare. Chi parla e si muove sono
persone come tutti, con paure e incertezze, per questo martiri credibili.
Nella
cattedrale sono raccolte le loro ossa.
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