Un’altra
testimonianza su Antonio Petrone, sempre in risposta al mio blog.
Sì, mi
piace ricordarlo come il padre essenziale, aveva la capacità di arrivare
diritto e veloce al cuore. Lo conoscevo da tre anni ma sembra di conoscerlo da
sempre.
In questi
ultimi mesi di vita mi è capitato di stargli vicino in diverse occasioni, la
prima durante la degenza per l'intervento di by-pass alla gamba; l'intervento
era per lui la strada per tornare a camminare, era sua intenzione tornare a
dare quell'amore di un padre nei confronti dei figli.
La
seconda durante il ricovero per l'infezione alla protesi; in quel periodo la
sua condizione fisica è precipitata; dolorante nel corpo, non riusciva nemmeno a
mangiare, lo dovevo imboccare.
Ripercorro
quei momenti vissuti con lui, in un alternarsi di parole e sguardi. È proprio
quello sguardo, quella luce che andava oltre la sofferenza fisica.
Quest'esperienza
P. Antonio mi lascia un segno indelebile, oggi ho la consapevolezza che nel suo
sguardo c'era la certezza d'incontrare DIO Amore...
Giuseppe
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