sabato 12 agosto 2017

Camminare sulle acque


Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». (Mt 14, 22-33)

È notte, il vento è forte, il mare in tempesta. Chi non avrebbe paura? Non Gesù, che avanza sicuro, come nulla fosse, forte del suo rapporto con il Padre. È appena stato con lui, a tu per tu, nell’intimità più profonda della preghiera silenziosa. Cosa non potrebbe affrontare con la sicurezza che gli viene dall’unità col Padre, con la consapevolezza della sua divina figliolanza?
Ora è la tempesta che gli soffia contraria. Domani sarà il tradimento, l’ostilità della folla, l’infierire delle forze del male sulla sua carne e sul suo spirito. Allora non sarà maestoso come in questa traversata del lago, apparirà sconvolto, angosciato fino a gridare. Ma passerà ugualmente attraverso le contrarietà e apparirà risorto e vincitore. Anche allora saprà camminare sulle acque della morte, senza che essa possa inghiottirlo.

Anche noi possiamo camminare sulle acque, come lui? Glielo ha chiesto Pietro. Glielo chiede ogni discepolo. Non è questa barca sballottata dalle onde la parabola della Chiesa squassata dalle persecuzioni, minacciata al suo stesso interno da scandali e contraddizioni che sembrano farla colare a picco da un momento all’altro? Non è simbolo della nostra stessa vita così spesso agitata dalle tentazioni, dalle delusioni, dalle contrarietà? Ci vuole così poco perché cuore e mente si agitino. Fantasmi ci spaventano... Verremo sopraffatti dalle avversità o potremo dominarle? Annegheremo sommersi dal male che è in noi oppure vinceremo le paure e ritroveremo la calma e il porto sicuro?

Unica via di uscita da ogni tempesta è andare da Gesù, lasciarsi afferrare dalla sua mano, affrontare con lui le situazioni difficili, visto che egli ci cammina sopra con tanta sicurezza.
Come Gesù ha camminato sulle acque grazie al suo rapporto con il Padre, così noi grazie al rapporto con Gesù. Non è questa la fede che ha chiesto a Pietro e che ancora ci chiede? Adesione piena a lui e alla tua parola, rapporto d’amore che nasce e cresce nella preghiera.

È quanto mancava a Pietro che rischia di affogare perché guarda dove mette i piedi invece di guardare Gesù. Persona realista, ai suoi occhi è più evidente la fluidità dell’acqua che la solidità della sua presenza. È il rischio che corre la tua Chiesa e ognuno di noi: dare più peso ai problemi che non a Gesù, guardare il negativo, le difficoltà piuttosto che guardare il Signore e porre in lui la fiducia.
Credere. Credere che egli è più reale delle realtà che ci circondano. Credere che ha vinto il mondo e il male che è in noi. Credere che c’è, al di là del velo d’oscurità che la tempesta stende sulla sua presenza.


Nessun commento:

Posta un commento