giovedì 24 agosto 2017

Da San Bartolomeo sull'Isola Tiberina, con i martiri di oggi


Dopo la morte di Fratel D’Orazio sono il più vecchio dei 70 Oblati di via Aurelia 290, quindi tocca a me continuare le tradizioni. Così questa sera, nella festa dell’apostolo Bartolomeo, sono stato nella chiesa di san Bartolomeo all’Isola Tiberina, dove, nel grande sarcofago di porfido che funge da altare, riposa da mille anni il corpo del santo.
La chiesa sorge sull’antico tempio romano di Esculapio e sull’ospedale dei Fatebenefratelli continua ancora la secolare tradizione della cura degli ammalati.


La chiesa ricorda il martirio dell’apostolo che tra primi, pieno di entusiasmo, aveva seguito Gesù. Da quando Giovanni Paolo II ha affidato la chiesa alla Comunità di sant’Egidio, essa è un luogo di memoria anche dei più recenti martiri del XX e XXII secolo. Nelle cappelle lungo le navate laterali vi sono tanti oggetti appartenuti a martiri d’oggi, di tutti i continenti, da padre Puglisi a padre Popieluszko, da Oscar Romero a Shahbaz But a don Andrea Santoro.
Il martirio continua ad essere la cifra identitaria dei cristiani, e i martiri ci ricordano che il cristianesimo è una cosa seria e che Gesù vale più di tutto, anche della vita.
Alla fine della messa, mi sono messo in fila con tutti i fedeli, per baciare la reliquia del santo contenuta in un bel busto ligneo dorato.
Fratel Giuseppe D’Orazio sarà stato contento…


Nessun commento:

Posta un commento