500 anni fa le 95 Tesi di Lutero diedero inizio a quella
che oggi si chiama la Riforma "luterana".
Figura complessa e anche contraddittoria, quella di
Lutero.
La socievolezza del carattere, la generosità verso i
poveri e verso tutti, l’intelligenza acutissima, l’amore per la musica e la
poesia, il senso dell’amicizia, l’abilità dialettica e comunicativa, lo sguardo
magnetico, affascinavano chi lo incontrava.
Nello stesso tempo, convivevano in lui una mancanza di
diplomazia, una spontaneità che poteva degenerare in rudezza e in violenza
verbale eccessiva.
Autentica la ricerca di Dio, la passione per il Cristo e
la sua parola, insieme a un forte senso della propria debolezza, del peccato e
una totale fiducia nel Dio misericordioso.
È passato attraverso illuminazioni e depressioni, prove
fisiche e tormenti spirituali, sino alla fine della vita.
Mario Dal Bello ne ha raccontato la storia con la sua
solita capacità narrativa. Nella collana “Misteri svelati”, ho letto altri due
suoi libri: La leggenda nera. I Borgia
e Gli ultimi giorni dei Templari.
Adesso ho appena terminato Lutero. L’uomo della rivoluzione.
Al pari dei precedenti,
è un romanzo storico, appassionante, che fa scoprire la complessità di questo
carismatico, collocandolo nel difficile mondo del suo tempo.
La sua vita si conclude con una semplice parola rivolta a
Dio: “Siamo dei mendicanti. È vero”.
È vero.
È vero.
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