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Ieri
abbiamo celebrato la messa ricordando questo nostro amico scomparso venerdì
scorso. Wojciech Popielewski si è chiesto quale fosse il vocabolario di p.
Martinez, quali le parola che tornavano più spesso sulle sue labbra. Ne
ha ricordate tre.
La prima:
fede, una parola che usava spesso, di
cui parlava come del tesoro datogli da Dio. Una fede trasmessagli dall’ambiente
in cui era cresciuto, dalla famiglia numerosa e religiosa, dallo zio Santiago,
missionario e fondatore della missione di Uruguay e Argentina. Una fede che gli
diede la forza di venire a studiare a Roma, senza poter vedere la famiglia per
nove anni Una fede che gli permise si accettare tanti incarichi, da professore a
maestro dei novizi, superiore, provinciale…
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Comunione con i fratelli: era la sua “debolezza”.
Soffriva tanto quando mancava la comunione, quando veniva ferito oppure quando pensava
che qualcuno si sentisse ferito da Lui. Ripeteva spesso: “insieme, tutto
insieme… un cuor solo e un’anima sola”.
La terza
parola: fedeltà. Nel maggio scorso
scriveva: “Sono grato a Dio che mi ha preso per mano e mi ha portato da Oblato fin
qui. E lo supplico che mi conceda la grazia di essere fedele al quarto voto che
facciamo noi oblati: perseverare fino alla morte nel nostro Istituto”.
La
fedeltà dimostrata dai martiri Oblarti spagnoli era uno dei motivi per cui li amava
particolarmente e ha lavorato con dedizione per la causa della loro
beatificazione.
E lui
stesso era fedele. Non si dispensava mai dalle preghiere, celebrazioni, incontri,
feste, anche quando era ammalato e stanco: “Bisogna essere fedeli al nostro
ritmo di vita”. Portava in tasca un piccolo calendario, dove scriveva tutti i
sui doveri…
Nel suo
penultimo messaggio sul blog ha scritto da Madrid chiedendosi: “Tornerò a Roma,
o resterò a Madrid? Quale sarà l’ultima tappa della mia vita? Il campo Verano o
alla Tomba oblata a Pozuelo? Non so e questo non è la mia preoccupazione.
Chiedo solo al Signore di darmi la pace interiore e quella gioia di poter accettare
volentieri ciò che accade. Ho fatto
l’oblazione perpetua tanti anni fa. E chiedo la grazia di vivere il quarto voto
fino alla morte. Pregate per me, chiedendo solo questo: la perseveranza”.
Le ultime
parole scritte sul blog: “Voglio ringraziarvi per la carità fraterna la quale
mi ha dato il coraggio di vivere l’ideale Oblato di comunità: Cor unum e anima
una”.
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