lunedì 13 febbraio 2017

Lo Spirito Santo, bellezza di Dio

 

Giovanni Paolo II, in vista del Grande Giubileo dell’anno 2000, aveva invitato tutta la Chiesa ad una preparazione di tre anni, dedicati alla Santissima Trinità, ogni anno a una Persona divina. Il secondo anno, 1998, era dedicato allo Spirito Santo e al suo ruolo nella Chiesa.
Sr. Nazarena De Luca, allora direttrice della rivista “Se vuoi”, mi invitò a scrivere una serie di brevi articoli rivolti ai giovani, sullo Spirito Santo. Ne scrissi sei, essendo la rivista bimestrale.
Fu per me un gioco e una gioia: poter parlare di Lui, del quale quasi mai ho parlato, quale grande occasione.
Li ho raccolti in un libretto, che termina così:

Vorrei essere un pittore per dipingere le innumerevoli immagini che la Bibbia usa per parlare di lui: vento impetuoso che spazza via ogni nube minacciosa e che sconvolge la nostra vita piatta; brezza leggera che nell’afa asfissiante del nostro materialismo porta un soffio di freschezza divina; fuoco che brucia il ciarpame delle nostre vanità e riscalda il gelo dell’egoismo e della solitudine e incendia d’amore e divampa conquistando sempre nuovi popoli all’amore di Dio; acqua che purifica e che dà vita e che disseta nell’arsura dell’ira, dell’odio, della durezza del cuore; nube che ripara dal sole cocente delle passioni; colomba di purezza e di pace, di mitezza e di semplicità; luce che mostra la verità e illumina il cammino; sigillo che imprime in maniera indelebile la novità della vita; pegno della gloria e della pienezza di vita che ci è riservata...
Vorrei essere un poeta per comporre nuovi versi da aggiungere ai canti e agli inni che generazioni di cristiani, in ogni secolo, hanno innalzato in suo onore.
Vorrei, vorrei... forse dico una sola parola: Bellezza! Sì, perché Dio, oltre che Buono, è Bello. «Tu sei Bellezza», cantava a Dio san Francesco.

È bello lo Spirito Santo? Non lo so perché non si vede!
Quello che so è che attorno a me ci sono tante cose belle. Quelle sì le vedo. Mi incantano i colori dei tramonti, la vastità del mare, la dolcezza della luna, la maestosità delle cime. Dio stesso dopo aver creato il cielo e la terra vide che tutto era «bello e buono». La Bibbia dice che anche il sole, mentre appare nel suo sorgere, esclama: «Che meraviglia è l’opera dell’Altissimo» (Sir 43, 2).
L’uomo e la donna, culmine del creato, sono più belli ancora. Dopo averli plasmati Dio vide che non solo erano «belli e buoni» come le altre cose, ma «molto belli e buoni». «Come sei bella, amica mia», canta lo sposo della sposa (Cant, 1, 15; 4, 1). «Tu sei il più bello tra gli uomini», le risponde la sposa (Sal 45, 3)....
Ma cos’è che fa belle le cose e le persone? Esse sono belle, ma non sono la bellezza. La bellezza è una luce che è dentro di loro, che sprigiona da loro e che, nello stesso tempo, è più grande di loro.
Davanti allo stupore che ci prende contemplando la bellezza della creazione, il libro della Sapienza ci invita ad andare alla fonte stessa della bellezza: se sono belli «il fuoco o il vento o l’aria sottile o la volta stellata o l’acqua impetuosa o i luminari del cielo», pensa a quando più bello è il loro Signore, «perché li ha creati lo stesso autore della bellezza» (Sap 13, 3).
Quell’ordine e quell’armonia che tiene in rapporto d’amore tutte le cose, quella luce che da esse si sprigiona e le fa apparire belle, è il sigillo dello Spirito Santo, lui che aleggiava quando tutto fu creato, lui il soffio che tutto tiene in vita. Le cose belle mi parlano di lui e mi sussurrano che la bellezza è lui.
Anche Gesù è bello. Sul monte Tabor Pietro Giacomo e Giovanni videro splendere il suo volto e ne furono talmente rapiti che venne loro spontaneo esclamare: «È bello per noi stare qui» (Mt 17, 4). Non dissero è bene. Dissero proprio è bello! (E i vangeli non sono scritti in ebraico, ma in greco che ha termini distinti per indicare bello e buono). Vedevano infatti splendere sul volto di Cristo una bellezza mai vista prima. Quella luce che emanava da lui, quella bellezza, così come quella nube che tutti li avvolgeva in un’atmosfera sovrumana d’incanto, era lo Spirito Santo.
La bellezza di Gesù, quella che rimane fissata per sempre nella luce del Risorto, mi dice che lo Spirito Santo è bellezza.
Una bellezza non soltanto come oggetto estetico da contemplare e da godere. È una bellezza che mi rimbalza dentro e mi investe e mi trasforma. San Paolo l’ha espresso con una frase densissima, nella quale fa vedere come il raggio della bellezza di Dio prima risplende nella creazione, si riflette sul volto di Cristo per poi penetrare dentro di noi: «E Dio che disse: “Rifulga la luce dalle tenebre”, rifulse nei nostri cuori per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo» (2 Cor 4, 6).
Quel raggio di luce e di bellezza è lo Spirito Santo.

Siamo fatti per il bello!
Istintivamente ho sempre avvertito come negativo tutto quanto è sciatto, trasandato, volgare, sguaiato, tetro, quasi avesse a che fare con il diavolo. Invece il suo contrario - il bello, in una parola - mi riporta al divino. George Braque, un grande pittore contemporaneo, scrive: «Il mistero risplende con la luce; il misterioso si confonde con l’oscurità».
Non diversamente doveva pensarla Paolo quando, ad esempio, contrappone quelle che lui chiama «le opere della carne» al «frutto dello Spirito». Quelle sono impurità, libertinaggio, stregonerie, discordie, gelosie, dissensi, divisioni, orge..., ma anche volgarità, insulsaggini, trivialità (cf. Ef 5, 3); questo invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé... (cf. Gal 5, 19-23). San Paolo ritiene che chi va dietro al male e alle opere delle tenebre «rattrista lo Spirito Santo», mentre invece chi è nella luce - il cui frutto è bontà giustizia e verità - «è gradito al Signore» (cf. Ef 4, 17 - 5, 20).
Una delle conclusioni che san Paolo trae da questa visione è che noi dobbiamo cercare «tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode». Questo deve essere oggetto dei nostri pensieri (Fil 4, 8).
Che pena quando vedo dei giovani che hanno perso il gusto per la bellezza!
Lasciati inondare dalla freschezza dello Spirito. Lui, che ha trapunto il cielo di stelle, ha rivestito i prati di margherite, ha raddolcito l’umanità con occhi di bambini, vuole disegnare in te ricami di luce ed accenderti alla bellezza che non tramonta.
«Questo mondo nel quale noi viviamo ha bisogno di bellezza per non cadere nella disperazione. La bellezza, come la verità, mette la gioia nel cuore degli uomini...». È quanto ha detto il Concilio rivolgendosi agli artisti. Non ti senti anche tu un po’ artista? Mostrare la bellezza è allora anche la tua missione.


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