Nel brano evangelico sulla presentazione
di Gesù al tempio, che oggi celebriamo, per ben tre volte si dice che Maria e
Giuseppe agirono secondo “la
Legge del Signore” (cf. Lc
2, 22. 23. 39).
I genitori di Gesù, che
lungo il Vangelo appaiono costantemente in attento ascolto della Parola di Dio,
anche in questa circostanza agiscono in obbedienza alla sua Parola.
È stato Paolo VI a voler
fare di questa festa del 2 febbraio, una giornata dedicata alle persone di vita
consacrata. Anch’esse, come Giuseppe e Maria, sono chiamate a vivere secondo la
legge del Signore. Vivere secondo il Vangelo, essere uomini e donne evangelici,
annunciare il Vangelo è l’ideale di ogni famiglia religiosa.
Il succedersi dei carismi
della vita consacrata può dunque essere letto come un dispiegarsi di Cristo nei
secoli, come un Vangelo vivo che si attualizza in sempre nuove forme, come lascia
intuire la Costituzione
dogmatica Lumen gentium dove afferma,
come già abbiamo ricordato, che la
Chiesa , mediante i carismi della vita consacrata, si adopera
affinché meglio sia presentato Cristo ai fedeli e agli infedeli «o mentre egli
contempla sul monte, o annunzia il regno di Dio alle turbe, o risana i malati e
i feriti e converte a miglior vita i peccatori, o benedice i fanciulli e fa del
bene a tutti, sempre obbediente alla volontà del Padre che lo ha mandato» (LG 46).
Lungo i secoli seguire
Cristo, come viene proposto nel Vangelo, ha dunque costituito la «norma ultima
della vita religiosa», «la regola suprema» di tutti gli istituti, come
ricordano i Padri del Concilio Ecumenico Vaticano I (cf. Perfectae caritatis, n. 2).
La sua missione nella Chiesa
è di «tener viva nei battezzati la consapevolezza dei valori fondamentali del
Vangelo», in modo particolare le beatitudini (VC 33). Essa reca alla Chiesa «un prezioso impulso verso una sempre
maggiore coerenza evangelica» (n. 3) ed è un «eloquente, anche se spesso
silenziosa, predicazione del Vangelo» (n. 25); le persone consacrate «non
possono non manifestare sensibilmente (...) la pienezza del Vangelo dell’amore»
(n. 52).
Di qui la necessità di lasciarsi
condurre dallo Spirito là dove sono stati guidati fondatori e fondatrici, là dove
ha avuto inizio il loro cammino carismatico: al Vangelo.
«In continuità con i
fondatori e le fondatrici anche oggi i loro discepoli sono chiamati ad
accogliere e custodire nel cuore la
Parola di Dio perché continui ad essere lampada per i loro
passi e luce sul loro cammino (cf Sal
118, 105). Lo Spirito Santo potrà allora condurli alla verità tutta intera (cf Gv 16, 13)» (Ripartire da Cristo 24).
Le persone consacrate hanno
uno specifico mandato: diventare sempre più una “evangelica testificatio” in
mezzo al popolo di Dio.
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