Inizia il grande
viaggio verso Gerusalemme. Gesù lascia la Galilea dalle dolci colline verdi,
per affrontare sulle montagne rocciose e brulle gli ultimi grandi eventi.
Impresa ardua, la sua. Esige una decisione coraggiosa. Si tratta di fare la
volontà del Padre fino in fondo, di compiere il gesto supremo di donare la
vita.
Altrettanto serio,
duro ed esigente sarà il cammino per quanti lo seguono. Anche a noi chiede il
medesimo coraggio, altrettanta determinazione.
Per questo mette
subito in chiaro le condizioni del viaggio: prontezza a perdere tutto e a
vivere nella precarietà, alla giornata, fidandosi pienamente di Dio, senza
“tana” né “nido”; distacco da parenti e amici; perseveranza nell’andare avanti,
costi quello che costi.
Sono così pochi
quelli che vogliono seguirlo e a quei pochi pone ostacoli, mostra la gravità
della decisione e presenta la durezza della sequela.
Si vede proprio che
non si accontenta delle mezze misure.
Non si tratta di
mettere a confronto Gesù e gli altri, di amare o non amare i parenti e gli
amici. Siamo su tutto un altro piano: Gesù è Gesù e basta.
Tu sei padre, tu sei
madre, tu fratello e amico e sposo.
Tu, la luce dei
nostri occhi; tu, il nostro respiro, il nostro cibo, la nostra vita.
Si può vivere senza
padre, senza madre, ma non senza di te: l’Unico, il Tutto. Non vuoi che
guardiamo a nessun altro, che non cerchiamo nessun altro all’infuori di te.
Come seguirti se non
si è innamorati pazzi e se, come gli innamorati, non si hanno occhi che per
l’amato?
Ci sarà poi il tempo
di volgere lo sguardo d’amore e di misericordia sugli altri, ma sarà il tuo
sguardo, il tuo amore. Sarai tu in noi ad amare.
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