Per celebrare l’anniversario questa sera nel chiostro di
Santa Maria sopra Minerva a Roma un soprano, accompagnata da un’orchestra d’archi,
ha cantato la “Lode alla Trinità” di santa Caterina da Siena:
Tu, Trinità eterna,
sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo; e quanto più trovo,
più cresce la sete di cercarti. Tu sei insaziabile; e l'anima, saziandosi nel
tuo abisso, non si sazia, perché permane nella fame di te, sempre più te brama,
o Trinità eterna, desiderando di vederti con la luce della tua luce…
È seguita la suonata de “Le quattro stagioni” di Vivaldi.
Testo e musica ispirati, incastonati dal chiostro, interamente
affrescato, restaurato da appena un paio d’anni. Prima dell’unità d’Italia e
conseguente incameramento dei beni ecclesiastici, il convento erano la sede del
Maestro generale dell’Ordine e per secoli dell’Inquisizione. Qui Galileo ha
visto la sua condanna. Ora è sede della biblioteca della Camera e del Senato.
Vincolato dal passato il chiostro ha sentito risuonare la
purezza del carisma domenicano proclamato dalla santa senese…:
O abisso, o Trinità
eterna, o Deità, o mare profondo! E che più potevi dare a me che te medesimo?
Tu sei un fuoco che arde sempre e non si consuma. Sei tu che consumi col tuo
calore ogni amor proprio dell'anima.
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