La Scuola Abbà, un organismo di studio
composto da professori di varie parti del mondo e delle più varie discipline,
che ogni mese converge a Rocca di Papa per tre giorni di lavoro. Sabato, più
che un gruppo di professori sembrava un gruppo di studenti in gita scolastica, nella
gioia e spensieratezza. Da Rocca di Papa il gruppo si è trasferito a Roma per
una giornata intera, visitando nei centralissimi Parlamento, Piazza Venezia,
Chiesa del Gesù, di sant’Ignazio, ma anche in altri luoghi periferici come via
Tigré, Piazza Palombara, che non sono certo abituali mete turistiche.
L’obiettivo non era infatti visitare
Roma, ma guardare la città con gli occhi di Chiara Lubich, così come lei l’ha
descritta in una sua celebre pagina appara sul giornale “La Via” nel 1950, intitolata
“Resurrezione di Roma”. Abbiamo così camminato sui suoi passi per penetrare
nella sua esperienza e nella sua visione.
In quegli anni guardava Roma come Gesù
guardava Gerusalemme e la vedeva lontana dalla sua vocazione. Chiara prese allora
la decisione: “Passo per Roma e non la voglio guardare”. Lo sguardo passa dalla
città al di dentro di sé, alla Trinità in sé. È così che trova lo sguardo nuovo
per tornare a guardare la città. Ma adesso “non più io guardo, è Cristo che
guarda in me e rivede ciechi da illuminare e muti da far parlare e storpi da
far camminare. Ciechi alla visione di Dio dentro e fuori di loro. Muti alla
Parola di Dio che pure parla in loro e potrebbe da essi esser trasmessa ai
fratelli e risvegliarli alla Verità. Storpi immobilizzati, ignari della divina
volontà che dal fondo del cuore li sprona al moto eterno che è l’eterno Amore
dove trasmettendo Fuoco si viene incendiati. Cosicché riaprendo gli occhi sul
di fuori vedo l’umanità con l’occhio di Dio che tutto crede perché è Amore”.
Vogliamo sia la nostra esperienza
con Roma, che non è più soltanto Roma, ma semplicemente “la città”, ogni città…
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