mercoledì 29 giugno 2016

La partenza di san Paolo e di apa Pafnunzio



Il desiderio di Paolo di ricongiungersi a Cristo per stare sempre con lui, diventava ogni giorno di più il suo stesso desiderio. Come Paolo anch’egli si domandava se non valesse molto di più morire che vivere. Conveniva con l’Apostolo che vegliare o dormire, vivere o morire, erano la stessa identica cosa: convivere con Cristo. Ma quale grande differenza tra la convivenza qui in terra, sempre precaria e incerta, e quella in cielo, piena, completa, definitiva… Valeva certamente la pena morire, o almeno vivere per morire.
Non aveva una comunità come quella di Efeso da cui congedarsi, tra le lacrime degli astanti; non un discepolo fedele come Timoteo al quale confidare l’imminenza del suo martirio. Apa Pafnunzio era soltanto un povero monaco solitario, non per questo si sentiva meno fortunato di Paolo, ora che avvertiva che stava approssimandosi il tempo della partenza.
Gli anni erano passati in un soffio. Com’erano lunghe le giornate degli inizi, quando la sera sembrava non giungere mai. Poi un attimo ed il cammino s’era compiuto. Adesso era tempo di partire.
Partire, ma come?
Gli piaceva la parola che Paolo aveva usato per annunciare la sua morte: sciogliere. Per andare occorre liberarsi da ogni vincolo, sciogliere i nodi che lo tengono legati alla terra.
Quando aveva scritto ai Filippesi si era riferito esplicitamente al corpo, che quasi lo teneva prigioniero e gli impediva il balzo decisivo. Avrebbe voluto lasciarlo, dissolversi, nel desiderio ardente di andarsene per stare con Cristo.
Ai Tessalonicesi parlava di uno strappo, di un rapimento che lo avrebbe portato su in alto, sulle nubi, per andare incontro al Signore, e così per sempre stare con lui.
Quella parola, sciogliere, poteva richiamare la vela della barca che sta per prendere il largo. Sciolta dall’albero cui è legata, raccoglie il vento e può finalmente salpare. Gli piaceva l’idea che la morte fosse un allontanarsi da terra e scomparire nell’oceano dell’amore di Dio.
Quella stessa parola poteva richiamare un’azione che gli era più familiare. Apa Pafnunzio non era un uomo di mare, non aveva mai sciolto una vela. Quante volte aveva invece sciolto i teli della tenda per riprendere il cammino. Gli sembrava proprio l’immagine adeguata? Arrotolata la tenda, si sarebbe messo in cammino per l’ultima volta, per il suo ultimo viaggio, che lo avrebbe condotto alla meta. Si vedeva lassù, sull’ultima duna dell’orizzonte, oltre la quale…
Già, cosa ci sarebbe stato oltre quella duna?
Partire per dove?
Glielo diceva l’ardente desiderio che condivideva con Paolo: essere con Cristo, stare per sempre con Cristo. Come Paolo avrebbe atteso con amore la sua manifestazione.


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