«Sei raffreddato?»
«No, dottore» rispose Catarella per troncare il discorso.
Montalbano insisté.
«Dimmi cosa ti è successo».
«No, dottore».
«È un ordine. Parla».
L’angolo della bocca di Catarella cominciò a tremare come se
stesse per piangere.
«È successo che questa notte quando sbarcarono gli sfollati…».
«Non si chiamano sfollati, Caratella, ma migranti. Gli
sfollati erano quelli che nell’ultima guerra scappavano in altro paese a causa
dei continui bombardamenti».
«Mi scusi, dottore, ma questi non scappano dalle bombe allo
stesso modo?».
Montalbano non sapeva che replicare. La logica di Catarella
era perfetta.
E bravo Catarella. È simpatico
perché nel suo fare sconclusionato troviamo sempre qualcosa di noi. È umano.
Questa sera alle Terme
di Caracalla Camilleri racconta della sua scrittura, a cominciare da questo suo
ultimo libro, il centesimo, L’altro capo del filo, con la compassione per i migranti che affrontano il mare e rischiano
la vita pur di uscire dall’inferno della guerra…
Camilleri si sarà infuriato
se ho tradotto il suo scritto in lingua corrente?
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