Sono "un giovane Prete", 5 anni di ordinazione e da tre anni parroco di due parrocchie di periferia…
Questa mattina riflettendo sugli impegni presi nella
mia esperienza parrocchiale mi ritornavano alla mente le parole di Gesù:
"andate in disparte e riposatevi un poco".
Ogni giorno cerco di ritagliarmi uno spazio di
"deserto", ma poi arriva la telefonata, il campanello, quell'appunto,
quel rumore...; tutto finisce nello scorrere "per obbligo" quelle
pagine del breviario... a volte lunghe, noiose, fuori del tempo... Sarà
possibile in quei momenti sostituirle con una buona meditazione sul Vangelo per
quel giorno? Il Padre spirituale mi invita a trovare una mia forma di
preghiera, ma a volte non fa altro che aumentare i miei scrupoli. Quale
esperienza riesce a consigliarmi?
Caro don Paolo, non so
come tu abbia potuto scovarmi. Forse grazie al mio blog? Oppure ti è capitato
tra mano il mio libro La preghiera il
momento più bello della giornata?
Leggendo quanto mi scrivi
mi sono subito venuto alla mente i primi anni di ministero del mio fondatore,
sant’Eugenio de Mazenod, quando alla tua età confidava ad un amico, compagno di
seminario: «Tutto per gli altri, niente per me». E gli descrive l’andamento di
una mattinata tipo: «Prima di salire l’altare ho dovuto confessare. Appena tolte
le vesti sacerdotali, c’era da confessare ancora. Ieri all’una di pomeriggio
non avevo ancora recitato l’Ora Prima, perché fino a quell’ora sono rimasto in
confessionale. La mattina non avevo fatto il ringraziamento alla Messa perché
bisognava stare con un bel gruppo di giovani… Non posso continuare così». In
certi momenti questa donazione gli costava troppo, avrebbe voluto trovare più
tempo da dedicare a se stesso, al proprio progresso spirituale. La formazione
ricevuta in seminario non lo aiutava: i padri spirituali facevano coincidere la
vita di unione con Dio con una moltitudine di esercizi di pietà impossibile da
conciliare con la normale attività pastorale... Insomma vita interiore e
impegno apostolico sembrano fare a pugni.
Quanto scrivi mi ha
anche ricordato un periodo della mia vita quando anche a me le pagine del
breviario non dicevano più niente perché sempre le stesse. Ebbi allora l’idea
di riformulare l’ufficio delle letture e così feci, per alcuni anni, con il
permesso del mio superiore.
Per l’inno leggevo una
poesia preso dal libro Poesie di Dio, con testi di credenti e non credenti perché
la poesia, come ripeteva Ungaretti, “è testimonianza d’Iddio, anche quando essa
è una bestemmia”.
Pregavo poi un salmo
nella traduzione curata da Enzo Bianchi per Mondadori. Avevo con me un
evidenziatore giallo e sottolineavo parole e frasi che più mi colpivano. È stata
una riscoperta, che mi ha aiutato davvero a pregare.
Prima lettura: prendevo
un libro dell’Antioco o del Nuovo Testamento e lo leggevo in maniera
continuata, un brano dopo l’altro, fin quando mi bastava. Spesso avevo con me
un commento, serio ma non troppo voluminoso.
Come seconda lettura avevo
con me uno dei classici della spiritualità cristiana: Le confessioni di sant’Agostino,
Storia di un’anima di Teresa di Lisieux, il Commento al Cantico dei Cantici di
Origene… Mi sono letto così per intero tante opere che altrimenti non avrei mai
letto. Altre volte ho utilizzato libri con letture alternative al breviario,
come quelli di Bose o quello del breviario francese…
Basta un po’ di
creatività. E seguire il buon consiglio del tuo padre spirituale.
E quando sei proprio
perso, fa come apa Pafnunzio:
“Recitava a memoria i
salmi, l’antica preghiera d’Israele che Gesù aveva fatto propria. Scivolavano
quieti sulle sue labbra come l’acqua sui greti limpidi. Spesso si arrestava su
una parola o sull’altra, soprattutto quando lo scorrere del salmo gli conduceva
immagini dell’amore misericordioso di Dio, della sua costante presenza nella
vita dell’uomo. (…) Ma quando il cammino della preghiera si inceppava e l’anima
si ritrovava come smarrita, ricorreva ad una tecnica semplice che apa Giovanni
gli aveva insegnato al principio della sua vita solitaria.
Aveva in serbo cinque
parole, come i cinque sassi nella bisaccia di David, pronto a essere lanciato
verso Dio…”
Auguri
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