Sono stato più di una settimana
con le Cooperatrici Oblate Missionarie dell’Immacolata. Secondo la loro regola,
esse vogliono formare un sola famiglia con la Congregazioni OMI, di cui «ne
esprime il volto femminile secolare».
Le ha fondate p. Gaetano Liuzzo
che racconta: «Pensavo a laiche che vivessero in famiglia; che potessero anche
staccarsi da essa e venire a vivere in un’altra famiglia, ma laiche: “Oblate in
veste secolare”». Non si stancava di ripetere loro: «Siate fiaccole ardenti, testimoniate
coraggiosamente la fede nell’ideale missionario. Il termometro del vostro
amore a Cristo e ai fratelli è qui: sono un’appassionata di Cristo e della
Chiesa e della salvezza dell’umanità di oggi? Sento la passione o la febbre
missionaria?… la COMI o è missionaria o non è».
Sono soltanto una ottantina, alcune
giovanissime, altre molto anziane, che vanno da Trieste a Palermo, a Kinshasa,
Montevideo, Buenos Aires. Donne semplici, come le voleva p. Gaetano. Fin dagli
inizi scriveva: «La cosa più bella e più perfetta è saper “fiorire dove Dio ci
ha piantati” mettendo in tutto un grande amore e una grande generosità: sta qui
la bellezza della vita spirituale che, anche con cose piccole, diventa
splendidamente luminosa».
È questo il segreto che rende le
COMI “splendidamente luminose”.
Al termine del ritiro di questi
giorni, al quale hanno partecipato in 40, una di loro ha emesso i voti
perpetui, due hanno rinnovato quelli temporanei, due hanno celebrato il 25° e
un il 50° di oblazione. La vita continua, nella quotidianità dell’inserimento
nella società nei comuni lavori, nel servizio nascosto, nella gioia del dono di
sé…
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