Mi sono sbagliato: il momento più
importante della messa, quello centrale, è quando, al termine della preghiera
eucaristica, il sacerdote alza calice e patena e offre al Padre il Figlio
immolato: “Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei
secoli”.
È la preghiera perfetta, rivolta al Padre, per il Figlio, nello
Spirito.
Tutta la celebrazione eucaristica è
una preghiera rivolta al Padre, così come è la preghiera di Gesù, che si
rivolge costantemente al Padre, chiamandolo “Abbà”, e si incammina verso di lui
trascinandosi dietro di sé tutti noi e l’intero creato. Creazione e storia sono
in cammino verso il Padre: Gesù si fa Via.
Quel momento della messa ci ricorda dunque
due cose:
- che siamo incamminati verso il
Padre
- che non potremo mai raggiungerlo
se non “Per Cristo, con Cristo e in Cristo".
Gesù, innalzato dal celebrante, in
quel momento è davvero il “sacerdote”, il “mediatore”, colui che lega cielo e
terra.
Questo momento della messa diventa
così un grido di ringraziamento e di lode, che si esprime del dare al Padre,
Figlio, Spirito Santo, “ogni onore e gloria”.
Il nostro Amen è l’assenso pieno al
piano di salvezza pensato dalla Trinità e attuato lì davanti a noi da Cristo nello
Spirito.
Sant’Agostino diceva che quando i
suoi fedeli proclamavano questo Amen, facevano tremare tutta la chiesa, tanto
erano consapevoli di quanto stavano celebrando.
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