Mi è giunto
una bella riflessione sulla festività dell'Assunzione della Vergine Maria, invitante
a ritrovare un rapporto più vero, più autentico, forse più evangelico con il
nostro corpo:
Non so se avete mai pensato a quale atteggiamento
potremmo comunicare, esprimere, senza passare attraverso il nostro volto e le
nostre mani? Parte fondamentale della nostra esistenza, il corpo è chiamato a
divenire uno strumento di amore: attraverso i suoi gesti e le sue espressioni
passa infatti la nostra risposta all'amore di Dio, il nostro amore per i
fratelli. All'origine della nostra stessa vita c'è stato un gesto di amore
profondo dei nostri genitori, nel corpo di nostra madre noi abbiamo compiuto
l'esperienza fondamentale di essere accolti, nutriti, protetti. E che ancor
oggi attraverso un abbraccio, una stretta di mano cordiale, un bacio, una
carezza, noi possiamo dare e ricevere amore, compassione, sostegno. Guardando
al corpo di Maria, trasfigurato subito dalla gloria di Dio, noi possiamo
intuire il destino di questo nostro corpo. Anche se attraversato dalla
sofferenza, deformato e segnato dalla malattia, esso può portare con sé – come
in un vaso di argilla – un tesoro prezioso: l'amore che Dio vi riversa, la
nostra risposta di amore rivolta a lui e ai fratelli. Proprio per questo anche il
nostro corpo va verso un destino di bellezza e di gloria. Non può scomparire
una realtà che ha vissuto tutto questo. "Glorificate, dunque, Dio, nei
vostri corpi", destinati alla sua luce e alla sua gloria!
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