Intervista di "Città Nuova" a proposito del libro "I detti di apa Pafnunzio"
Come è nata in te l’idea di scrivere questo libro?
Accanto agli scritti
“seriosi”, per l’università o per “addetti ai lavori”, mi piace appuntare note,
riflessioni, episodi che orami da anni condivido ogni giorno sul mio blog,
senza sapere sotto gli occhi di cadranno. È come affidare un messaggio al mare,
in una bottiglia, per usare un’immagine di romanzi d’una volta.
È così che ho iniziato a
lanciare alcuni brevi episodi e parole di saggezza di apa Pafnunzio. Le
reazioni che ho ricevuto sono state molto positive. Da qui l’idea di dedicare
un libro a questo monaco del deserto.
Chi è apa Pafnunzio? C’è qualcosa di te in lui? è in qualche modo
un’esperienza autobiografica?
Apa, nella lingua copta,
significa “abba”, padre. Chi è questo apa, questo padre del deserto?
È un personaggio un po’
misterioso che nasce dal’attrattiva che ha sempre esercitato su di me il mondo
straordinario del monachesimo antico, quando il cristianesimo si viveva con la
freschezza e la semplicità degli inizi. I solitari del deserto erano uomini
sinceri, che non avevano paura di scavare dentro di sé, fino a diventare
autentici esperti in umanità: ne conoscevano le debolezze e le potenzialità.
Erano affascinati da Dio e lo cercavano senza comprimessi, con tutta passione,
sapendo che solo Dio rimane. Forse apa Pafnunzio è soltanto la proiezione di
quello che ognuno di noi è e che vorrebbe essere. Mi piace lasciare il lettore
nell’incertezza se ha tra le mani un libro storico o una finzione letteraria.
La vita dei Padri del deserto è quanto mai lontana dalla nostra
quotidianità, caratterizzata da ritmi frenetici e da tante parole… cosa hanno
da dirci oggi i Padri? Come rivivere l’esperienza del deserto?
I padri del deserto (non
dimentichiamo che c’erano anche la donne, le madri del deserto! Nel mio libro
fanno rapide comparse) erano uomini eccezionali, sperimentatori di Vangelo. Di
una attualità straordinaria. Il deserto è un luogo che distrugge l’effimero e
costringere ad andare all’essenziale, a riscoprire ciò che veramente vale nella
vita, a mettere a nudo il cuore bruciando le sue falsità e accendendo la fiamma
dell’amore autentico. Mai come in questa società disorientata abbiamo bisogno
di maestri che ci aiutano a ritrovare il gusto del vivere. I “detti” di apa
Pafnunzio sono semplici, veri, propositivi, toccano la vita d’ogni giorno. Ho
voluto raccontarli con una scrittura leggera perché possano essere suggerimenti
discreti, quasi sussurrati.
Hai avuto qualche eco dopo la pubblicazione?
I commenti che mi giungono sul
blog, con il consueto stile telegrafico, mi paiono significativi: “Apa
Pafnunzio si pone proprio al mio livello”; “arriva al cuore”; “grazie apa
Pafnunzio, sei un grande!”; “Caro apa Pafnunzio, se puoi accompagnarci con la
tua saggezza nel corso del nuovo anno, ci faremo buona compagnia perché siamo
anziani e procediamo a piccoli passi senza proporci mete irraggiungibili”; “che
dono questi padri del deserto”; “I detti di apa Pafnunzio? Piccoli
rivitalizzanti che ci donano l’energia per riprendere con più lena il Santo
Viaggio”.
Ma forse la soddisfazione più
bella è stata vedere come i detti di apa Pafnunzio sono stati accolti in un
monastero di veri padri del deserto di oggi, in Iraq. Ai monaci sono talmente
piaciuti che li hanno tradotti in arabo e hanno stampato un libretto: 1000
copie!
Con apa Pafnunzio mi sto addentrando anch'io nel deserto e provo una pace profonda che mi consola nella mia solitudine di anziana ,ma pregusto la gioia della vita con il Signore ," unico mio bene". Grazie caro apa ,continua sul tuo blog quotidiano.Pierangela
RispondiEliminaAnche io sto leggendo "I detti di apa Pafnunzio"e all'inizio ho creduto fosse un personaggio storico, poi ho capito che non è proprio così..... e ora penso che lui sia più di un personaggio storico. Trovo il libro bellissimo e di vero aiuto nella vita di tutti i giorni, vorrei che tutti lo leggessero.
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