Una
parola, con tre timbri diversi, riecheggia in questo giorno di festa
dell’Annunciazione:
“Ecco
io vengo, Padre, a compiere la tua volontà”. Così Gesù, venendo sulla terra.
Chissà con quale slancio e con quanta gioia il Figlio di Dio ha risposto alla
chiamata del Padre. Gli era ben chiara: sarebbe venuto tra noi per annunciare
la buona novella, per operare la salvezza, per aprirci le porte del cielo.
“Eccomi,
si compia in me la tua volontà”. È l’eco di Maria alle parole di Gesù.
All’inizio un grande turbamento, alla fine una profondissima gioia: diventare
Madre di Dio! Le era chiarissima la vocazione a cui era chiamata: dare vita
alla Parola.
Era
il terzo protagonista che dice il suo sì pieno e convinto alla volontà di Dio?
Dovremmo essere noi! Papa Francesco, nella sua Evangelii gaudium, ha denunciato che “molti operatori pastorali…
non sono felici di quello che sono e di quello che fanno, non si sentono
identificati con la missione evangelizzatrice”; ed invita: “Non lasciamoci rubare
l’entusiasmo missionario!”.
Possiamo
immaginare un Gesù e una Maria rassegnati a fare la volontà di Dio? Perché
dovremmo esserlo noi? Certo che nell’orto degli ulivi per Gesù non è stato
facile dire di nuovo il suo sì, e neppure a Maria ai piedi della croce. Erano
martiri! Non certo rassegnati…
Oggi
è la festa del nostro sì pieno, convinto, che si innesta in quello di Gesù e di
Maria.
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